BARI - Sequestrate 40 tonnellate di prodotto ittico, denunciate 6 persone e comminate sanzioni pari a 124mila euro: è questo il bilancio della maxi operazione condotta dalla Guardia Costiera in coincidenza del periodo natalizio coordinata in Puglia dal 6° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari.
L’attività ispettiva si è concentrata su piattaforme logistiche di distribuzione e grossisti locali di prodotto ittico, allo scopo di impedire che specie ittiche provenienti dall’estero, prive dei prescritti requisiti di igiene, qualità e tracciabilità, facessero ingresso nel territorio nazionale e fossero quindi commercializzate in modo fraudolento.
I controlli, compiuti dal personale della Capitaneria di Porto di Bari e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Monopoli, hanno riguardato il territorio di giurisdizione fino a Matera: sono state sequestrate ben 22 tonnellate di prodotto ittico privo dei requisiti di tracciabilità ed elevate sanzioni per 30mila euro.
In particolare, nella città di Matera, presso una piattaforma logistica, sono state sequestrate 14 tonnellate di teste di rana pescatrice, importate dalla Namibia in assenza di documenti che ne comprovassero la reale provenienza.
A Monopoli, invece, 2 tonnellate e mezzo di seppie provenienti dalla Tunisia sono state sequestrate presso un grossista, privo altresì delle necessarie autorizzazioni all’esercizio dell’attività, e nei cui confronti è stata disposta dalla ASL competente la chiusura immediata dell’attività. Allo stesso titolare sono state inflitte sanzioni per 11.500 euro.
Una tonnellata di gamberi rossi provenienti dalla Grecia e totalmente privi di documentazione commerciale di accompagnamento, rinvenuti su un mezzo sbarcato da un traghetto, sono stati sequestrati nel porto di Bari e, previa verifica dell’idoneità al consumo umano, devoluti in beneficienza ad enti caritatevoli.
La mirata azione della Guardia Costiera nel delicato settore della commercializzazione del prodotto ittico, a difesa del “Made in Italy”, assume notevole rilevanza in considerazione del fatto che ingenti quantità di merce “non in regola” è immessa illegalmente sul mercato, con il rischio, frequente, che prodotti non idonei al consumo giungano sulle tavole di ignari consumatori.