«Separati in casa». Non è il titolo del film cult (1986) del regista e attore napoletano Riccardo Pazzaglia, ma la quotidianità che si vive nel M5S Puglia dopo la rottura post elezioni tra l’ala governista pro accordo con Michele Emiliano e quella più originaria. Gli animi sono surriscaldati, le polemiche sui social sono ad alzo zero, le accuse tra i due fronti sono molto dure ed evidenziano il travaglio dell’arcipelago grillino: quattro consiglieri regionali - Rosa Barone, Grazia Di Bari, Cristian Casili e Marco Galante -, sostenuti dal fronte vicino a Di Maio tra i parlamentari, sono a pronti a entrare nel governo regionale di centrosinistra (sarebbe il primo esperimento in Italia); Antonella Laricchia, consigliere regionale, già candidato governatore, con l’appoggio degli iscritti più identitari e in sinergia con l’ex ministro Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista, rivendica invece un posizionamento all’opposizione, «lontani dalla vecchia politica».
La partita è aperta, il capo politico Vito Crimi ha finora rimandato il voto chiarificatore con quesito ad hoc su Rousseau per dirimere la disfida pugliese ma entro oggi alle 12 una votazione nazionale potrebbe segnare un punto per una delle fazioni in campo: gli iscritti a Rousseau certificati si esprimeranno sui 23 quesiti redatti dallo stesso Crimi sul documento di sintesi degli Stati Generali. Dirimenti saranno gli esiti dei quesiti sulle alleanze (pre e post voto) e sul secondo organo collegiale: se dovesse passare l’opzione della libertà di intese per i 5S, emergerebbe una linea nazionale favorevole al patto con Emiliano, che finora ha portato ai grillini la vicepresidenza del Consiglio regionale per Cristian Casili, e l’incarico di segretario della VII commissione per Marco Galante, mentre Rosa Barone (con il via libera sulla Puglia della piattaforma), dovrebbe andare a ricoprire l’incarico di assessore al Welfare.
La Laricchia è intervenuta sui social per dare indicazione di voto agli iscritti pugliesi sul quesito per le alleanze («Sei d’accordo con la seguente affermazione: Possono essere autorizzati, prima o dopo le votazioni, accordi con altre forze politiche sulla base di idee, obiettivi e programmi condivisi»). «Il quesito - ha spiegato la consigliera di Adelfia - è scritto male e questo sospetto giro di parole e specifiche omissioni di alcuni concetti ribaditi nelle riunioni degli Stati Generali rischia di essere usato, da chi è in malafede, per trasformare il M5S in un piccolo partitino irrilevante nel panorama politico, utile solo come portatore di voti a coalizioni di sinistra o destra, come vorrebbero fare e stanno purtroppo facendo in Puglia, tradendo politicamente gli elettori pugliesi, entrando in maggioranza con Emiliano e accettando poltrone in quota di maggioranza dallo stesso Emiliano». Torna dunque l’accusa ai governisti di essere «traditori», mentre di concerto con i parlamentari Angela Masi e Francesca Ruggiero l’ala autonomista chiede conto della gestione dell’emergenza covid al governatore Emiliano e all’assessore Lopalco, con il chiaro intento di mettere in discussione la compatibilità pentastellata con la prassi del centrosinistra.
La reazione di Barone & c.? Proseguono nelle attività del cronoprogramma stilato con Emiliano per realizzare in fretta una sintesi programmatica: «Continua - scrivono i quattro “pro accordo” - il percorso intrapreso con la giunta per l’avvio del Reddito energetico regionale. Lunedì prenderemo parte al tavolo convocato dall'assessore Delli Noci».
Oggi alle 15 si conoscerà l’esito della consultazione nazionale: il voto sulle alleanze avrà un retrogusto pugliese.