Covid 19, la Regione Puglia potenzia il trasporto scolastico
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Coronavirus
Redazione
02 Dicembre 2020
Divieto di uscire dal proprio Comune a Natale e Capodanno, ma con la possibilità di andare a pranzo al ristorante. No ai ricongiungimenti con i parenti o ai viaggi verso le seconde case fuori Regione. Niente sci, niente crociere. Sono le misure che il governo dovrebbe proporre tra poche ore al Parlamento, in vista del varo del nuovo dpcm anti-Covid, che sarà in vigore dal 4 dicembre. A Capodanno probabile chiusura alle 18 per i ristoranti degli hotel. Resta il nodo scuola, manca una decisione sul rientro in classe prima di Natale. L’Ue chiede ai Paesi membri di prolungare le vacanze per le festività.
Si tratta in primo luogo di prorogare le misure oggi in atto, a cominciare dal sistema delle zone, e poi di prevedere specifici provvedimenti restrittivi per Natale, che potrebbero essere in vigore dal 21 dicembre al 6 gennaio. Non è escluso che le date varino: potrebbero iniziare il 19 o 20 e finire qualche giorno dopo l’Epifania. Ma una decisione non verrà presa prima di oggi, dopo il confronto con Camere e Regioni. Non solo: potrebbe esserci un apposito decreto legge sul Natale ad affiancare il prossimo Dpcm. Uno strumento di rango superiore, più adatto - viene sottolineato - a dare copertura normativa alle restrizioni delle libertà personali previste per le festività: in particolare, per le deroghe alla mobilità tra regioni. Il premier starebbe valutando l’ipotesi che gli spostamenti possano avvenire non solo per i residenti, ma anche per i ricongiungimenti familiari. Sull’ampiezza delle deroghe - e quindi del numero delle persone in viaggio - sembrano confrontarsi la linea più dura di Boccia e Speranza e quella più soft del premier.
Altro punto importante, Giuseppe Conte vorrebbe dare un segnale positivo ampliando la percentuale di studenti in classe già dal 14 dicembre: dunque, non una vera e propria riapertura, ma un ridimensionamento della didattica a distanza. L’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Comitato tecnico scientifico (Cts).
Restano in sospeso anche le misure che impattano sul settore delle vacanze invernali. Pressoché sicuro il divieto di riaprire gli impianti sciistici, bisognerà decidere sulla proibizione di raggiungere le seconde case o gli hotel in montagna. Sulla chiusura di questi ultimi lo stesso Conte avrebbe detto che presenta problemi. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo osserva che i rischi, anche in montagna, sono legati «agli assembramenti negli impianti e negli alberghi». Secondo il presidente del Veneto Luca Zaia, che cita Boccia, «il premier sta lavorando perché tutti i Paesi confinanti chiudano le piste da sci, staremo a vedere».
Il nuovo dpcm potrebbe inoltre fermare le crociere nelle festività natalizie, ma una decisione finale non è ancora stata presa.
Insomma, per dirla sempre col coordinatore del Cts Miozzo, «arrivati a questo punto deve essere chiaro a tutti che anche le nostre più significative abitudini devono cambiare, oppure passeremo rapidamente da un’ondata all’altra. O facciamo così o verremo travolti da uno tsunami inarrestabile che non si limiterà al coronavirus, ma aumenterà il rischio di morire d’infarto o a causa di un incidente perché non ci saranno ambulanze, sale operatorie o terapie intensive disponibili». «Un Natale sobrio e tranquillo - prosegue ancora Moizzo - è l’unico modo perché sia davvero un Natale sereno. Io stesso sono abituato a pranzi con 20-30 persone a tavola, quest’anno non si può fare. Come non si potrà andare alla tradizionale Messa di Natale, non a mezzanotte (il nuovo orario scelto potrebbe essere quello delle 20, ndr); sono sicuro che il buon Dio ci perdonerà».
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