Nuccio Altieri è l’unico pugliese nominato nella segreteria nazionale della Lega. Cosa rappresenta questo incarico?
«Un grande riconoscimento alla Puglia e alla sua classe dirigente. Per me è un onore e porterò in quella sede la voce e i bisogni dei pugliesi, e di tutto il Sud Italia, come responsabile degli enti locali nel Mezzogiorno. E la Lega governa in cinque regioni del Sud su sette».
Quali le priorità per la Lega al Sud?
«Al tempo della pandemia, la prima cosa da fare è governare con capacità questa emergenza, dando risposte sanitarie con prontezza. L’emergenza negli ospedali del Sud è dietro l’angolo. Probabilmente dovremo assumere anche laureati e specializzandi. Preservare la sanità significa difendere l’economia. I lockdown del resto arrivano perché il sistema sanitario non regge l’urto del Covid. L’app Immuni non ha mai funzionato, i tracciamenti non esistono e i tamponi sono limitati o segnati da lunghissime code nei drive in. Con Salvini chiediamo che vengano fatti in casa. Poi auspichiamo una accelerazione sulla realizzazione di infrastrutture con un grande Cantiere Sud, a partire dal ponte sullo Stretto che porterebbe commesse per sei anni all’ex Ilva».
Quali mancanze addebita al governo nazionale nella gestione Covid?
«Si è fatto trovare impreparato rispetto ad un evento prevedibile. E la caccia all’untore la stanno pagando i settori dove il governo ha deciso le chiusure, anche attività come i cinema dove non sono stati registrati contagi. Un vero controsenso».
Le sconfitte in Campania e Puglia sono state interpretate come un arretramento del progetto del Carroccio nel Sud. È così?
«C’è invece una avanzata del nostro progetto. In due regioni dove eravamo assenti, ora abbiamo sette consiglieri. Nel Sud abbiamo tuttavia il presidente facente funzione in Calabria, e assessori in Molise, Sicilia, il vicegovernatore in Abruzzo e Basilicata… E solo nel 2018 siamo scesi in campo con il nostro simbolo».
La sconfitta pugliese causata dal tracollo nel Barese nella Bat. Come si riparte?
«Bisogna essere oggettivi per fare tesoro della volontà espressa degli elettori: i pugliesi hanno preferito in maniera netta Emiliano, che solo sul suo nome ha preso oltre 130 mila preferenze contro le circa 30 mila di Fitto e Laricchia. In molte città come Bari e Lecce dove il distacco è stato del 25% e 11% la candidatura di Fitto è stata avvertita come una rivincita più che come un progetto politico alternativo. Ora in Puglia come in molte altre regioni bisogna ripartire da un superamento della nostalgia “canaglia” per le formule politiche della fine degli anni novanta ed essere più “contemporanei” nelle idee e nel linguaggio, senza escludere nessuno ma aprendosi in maniera forte a nuove componenti sociali».
Un congresso della Lega Puglia?
«Ci sarà una riorganizzazione in tutto il Sud Italia, soprattutto nelle regioni dove ci sono commissari esterni. Ora abbiamo una classe dirigente radicata e l’iniziativa politica camminerà sulle nostre gambe».
Un identikit per il nuovo coordinatore della Lega Puglia?
«Deciderà Salvini, e avrà una riconoscibilità diffusa da Vieste a Leuca».