Immagini pornografiche divulgate sui gruppi dei bambini, spacciate come videogiochi per la Playstation: in cinque finiscono nei guai, quattro sono minorenni.
Sfocia in 5 denunce l’indagine condotta dal commissariato di Polizia di Gallipoli su un giro di file diffusi virtualmente e scoperto grazie alla segnalazione di una coppia di genitori. Smascherati un 15enne e un 14enne entrambi di Bologna, un 15enne di Andria, un 15enne di Melfi e un 20enne di Barletta, l’unico ad aver raggiunto la maggiore età. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica dei minori di Lecce, è stata avviata dagli agenti dal mese di giugno scorso. In quell’occasione, infatti, il padre e la madre di un bambino di soli dieci anni hanno rinvenuto delle foto sconcertanti sul cellulare del proprio figlioletto e hanno allertato la polizia. Quei file video sono stati anche visualizzati dall’amichetto del figlio e da decine di altri minori sparsi in diverse regioni d’Italia. Gli adolescenti indagati, infatti, avrebbero inoltrato quel materiale - molto spesso istigante al suicidio - tramite dei gruppi virtuali Whatsapp di cui facevano parte i bambini. Impossibile anche pensare di abbandonare la piattaforma social: alcuni bimbi hanno lasciato il gruppo, per poi ritrovarsi nuovamente iscritti senza alcun consenso. Era facile incappare nel materiale, perché «camuffato» come un noto videogioco della consolle, molto in uso tra i più piccoli.
Quando i genitori sono stati ascoltati dagli agenti, coordinati dal vicequestore Monica Sammati, hanno confermato la presenza di materiale ripugnante e pericoloso per le fasce deboli e a rischio come quella dei bambini. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori del capoluogo salentino ha immediatamente disposto una consulenza tecnica sugli smartphone utilizzati dalle vittime. In quel modo è stato possibile risalire, tramite specifici accertamenti, ai giovani autori della divulgazione del materiale pornografico. Non è stato semplice, per gli inquirenti, ricostruire le singole responsabilità a causa del notevole numero di partecipanti ai gruppi virtuali.
I cinque ragazzi scoperti sono stati deferiti in stato di libertà con l’accusa di pornografia minorile e detenzione di materiale pornografico, oltre che con quella di minacce. Tutti i reati di cui rispondono, a vario titolo, sono aggravati perché commessi nei confronti di minori degli anni 14.

Venivano spacciate come giochi per Playstation. Nei guai un 20enne e 4 minori
Domenica 25 Ottobre 2020, 17:09