«Ho presentato una interrogazione al Comitato tecnico scientifico chiedendo lumi sull’obbligo di soli trenta invitati ai matrimoni imposta da questo Dpcm e la risposta è stata che “non c’è alcuna evidenza scientifica che la limitazione del numero di invitati a feste e banchetti possa servire a limitare i contagi”». La voce di Michele Boccardi freme di ira, il presidente Assoeventi in Confindustria nazionale e Bari-Bat non riesce a mascherare la sua indignazione: «È un colpo basso. Questo Dpcm è un colpo sotto la cintura. Queste regole sono state scritte da un folle. La Puglia è la regina dei matrimoni. Bloccare ottobre significa far saltare tutta una serie di cerimonie che già erano state rimandate dalla scorsa primavera. Solo per questo fine settimana ho dovuto annullare due matrimoni. Stiamo parlando di cibi comprati, personale assunto, tutto già pronto, per non dire del danno inflitto a sposi e invitati: la perdita è altissima, sia monetaria perché tutto è stato già saldato, sia psicologica. Ma ci rendiamo conto?».
No, i titolari di sale ricevimento non si limitano a leccarsi le ferite. Le regole del Dpcm di ottobre sono un vero colpo al cuore e si cerca in tutti i modi di andare al contrattacco. «Che sia chiaro, l’ho già detto e lo ripeto: la salute viene prima di tutto, ma quello che il Governo ci ha fatto è senza senso – sottolinea con forza Boccardi -. Se il criterio da rispettare è il distanziamento, le sale ricevimento sono strutture grandi da permettere ben più di 30 persone, quindi perché quest'obbligo?».
Il comparto Wedding è tra i più colpiti dalle normative imposte per contrastare l’epidemia. Dall’inizio dell’anno sono state annullate praticamente l’85% delle cerimonie a livello nazionale. In Puglia il danno economico è di 850 milioni di euro. «E sono cifre che riguardano solo il settore delle sale ricevimento – spiega il presidente Assoeventi – in questi numeri non è conteggiato tutto l’indotto. Sapevamo che quest’anno non avremo potuto riprenderci, ma si stava cercando di reggere e ora all’improvviso questo decreto che spezza ulteriormente le gambe. Senza motivo. Per quanto ci riguarda è come se ci avessero imposto un nuovo lockdown, il risultato è identico. Anzi, mettiamola così, invece della beffa dei trenta invitati, fermavano tutto e forse era meglio».
In Puglia e tutto il Sud la festa di matrimonio «è» il matrimonio, limitare a trenta il numero degli invitati, suona quasi come un dispetto. «Le famiglie risparmiano una vita per questo giorno – scuote la testa Boccardi mentre guarda sconsolato il telefono che squilla -. Le persone stanno praticamente impazzendo e noi con loro. Io personalmente proprio per senso di responsabilità avevo già proposto e tolto la possibilità di ballare, per evitare rischi, ora torno con nuove proposte: se un metro di distanza non è sufficiente rilanciamo con due, ma lasciateci lavorare. Ho presentato le nuove linee guida a Stefano Bonaccini per avviare una trattativa nel seno del tavolo Stato-Regioni, ma dal Governo non è arrivata alcuna risposta. Poi con l’ulteriore impennata dei contagi di questi giorni, figuriamoci, non ci ascolteranno neanche».