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Sette proposte per la Puglia: la Cgil lancia gli «Stati generali»

 
Leonardo Petrocelli

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Leonardo Petrocelli

Bari, dalla Cgil 7 proposte a quattro ministri per uscire dalla crisi

Al Petruzzelli attesi domani Patuanelli, Boccia, Catalfo e Provenzano

Mercoledì 02 Settembre 2020, 13:51

Bari - Sette proposte concrete e un poker di ministri con cui confrontarsi sul destino economico e sociale della Puglia, nel solco di un rinnovamento nazionale. La Cgil regionale lancia la sua sfida con gli «Stati Generali» in scena domani mattina al Petruzzelli di Bari. Una kermesse pensata per aprile e poi fatalmente rimandata a causa dell’emergenza Covid.

Oggi, la manifestazione apre il settembre della ripresa con un ricco parterre di ospiti, a cominciare dai ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo economico), Giuseppe Provenzano (Sud), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Francesco Boccia (Affari regionali). In programma anche gli interventi di monsignor Filippo Santoro, presidente della commissione per i problemi sociali della Cei, il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, l’ex governatore Nichi Vendola e la vice presidente dell’Emilia Romagna, Elly Schlein, in collegamento video. Se le conclusioni toccheranno al leader nazionale del sindacato rosso, Maurizio Landini, ad aprire i lavori saranno l’introduzione dell’economista Michele Capriati (coordinatore in fase di elaborazione delle idee) e la relazione del segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

Proprio Gesmundo tira le fila del discorso muovendo da una premessa: «Siamo convinti che lo sviluppo della Puglia - spiega - possa essere inserito solo nel quadro di una progettualità nazionale. Per questo abbiamo invitato quattro ministri». Su questo dato si innestano poi i corollari. Il primo guarda alla crescita del territorio non solo attraverso il «duo» agricoltura e turismo ma anche puntando sulle politiche industriali, spesso dimenticate nell’immaginare il Sud che verrà. Il secondo punto mira a innescare il processo intercettando le risorse europee - Recovery Fund e Sure su tutte - che pioveranno sul Paese, «senza divisioni né faide territoriali - ammonisce Gesmundo - ma con l’ambizione di ridurre le disuguaglianze e rilanciare il mezzogiorno». Da cui l’interlocuzione con gli attori romani sulla base di sette proposte cardine: «Consegniamo ai ministri - riflette Capriati - una piattaforma di idee che tocca tutti i nodi critici: impresa pubblica, governance democratica dei processi economici, ricerca, sanità, turismo e attività culturali, logistica e infrastrutture. E naturalmente il welfare. Sono tutti nodi interconnessi ed assemblati - prosegue ancora - in una logica più ampia dell’interesse dei singoli gruppi».

Questa, quindi, la traccia su cui lavorare nella considerazione che alcune delle proposte messe in campo dall’esecutivo giallorosso potrebbero rivelarsi non sufficienti. È il caso della fiscalità di vantaggio fortemente voluta dai ministri Provenzano e Gualtieri: «Non è una soluzione - argomenta Gesmundo - perché gli sgravi, da soli, non risolvono i problemi. C’è bisogno di investimenti». Quanto all’autonomia differenziata - tornata al centro della discussione, il giudizio è tranciante: «L’abbiamo osteggiata fortemente e continueremo a farlo», taglia corto il segretario pugliese che invece guarda con attenzione al rinnovato ruolo della «mano pubblica» nella ripresa economica. Impossibile, infine, eludere il tema delle elezioni regionali: «Siamo gelosi della nostra autonomia - conclude Gesmundo -. Non vogliamo incidere nella contesa ma abbiamo il dovere di formulare delle proposte. Per questo abbiamo invitato anche i candidati nella competizione pugliese».

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