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Discoteche chiuse, i gestori dei locali fanno ricorso: «Non siamo capro espiatorio»

 
Redazione online

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Gallipoli, quella discoteca va chiusa

foto d'archivio

Dopo l'ordinanza entrata in vigore da oggi il Silb, l’associazione delle imprese dell’intrattenimento da ballo e spettacolo, decide di procedere per vie legali

Lunedì 17 Agosto 2020, 19:05

19:18

Dopo l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e in vigore a partire da oggi che vieta le «attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati», il Silb, l’associazione delle imprese dell’intrattenimento da ballo e spettacolo, decide di procedere con il ricorso al Tar del Lazio per contrastare la misura restrittiva imposta ai locali. 

«Non ci stiamo a fare il capro espiatorio», sottolinea il presidente Silb, Maurizio Pasca, leccese, in merito all’ordinanza: «Hanno colpito noi, quando la movida è anche al di fuori dei locali. Si guardi che succede negli stabilimenti balneari e sulle spiagge – dice Pasca – è evidente che il problema non sono i locali da ballo».

«Chiederemo al ministro dove pensa che si riunirà adesso chi andava in discoteca, da sempre la nostra associazione si batte contro l’abusivismo e con questa norma invece lo si incentiva», dice Pasca.

«Avevamo detto subito che far rispettare le norme del distanziamento sarebbe stato complicato – continua Pasca – e proprio per questo il 10 per cento dei nostri associati ha deciso di non riaprire. Ora un nuovo duro colpo alla nostra sopravvivenza. Domani parleremo di rimborsi, ma intanto presentiamo il ricorso al Tar», conclude.

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