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Bari, terzo caso di fila: positiva una partoriente

 
MASSIMILIANO SCAGLIARINI

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MASSIMILIANO SCAGLIARINI

Coronavirus

Il dipartimento Salute richiama il personale: «Osservare le misure di sicurezza, sennò siamo costretti a chiudere i reparti»

Lunedì 10 Agosto 2020, 10:46

10:48

BARI - Il professor Pier Luigi Lopalco garantisce che si tratta «di un puro fatto statistico, perché tutte le partorienti oggi fanno il test e quindi qualcuna risulta positiva». Ma nella notte tra sabato e domenica è successo ancora, terzo caso covid in tre giorni in una Ginecologia di Bari, secondo di fila al Policlinico. Con i reparti già in sovraccarico per le ferie, e quello del Di Venere chiuso dopo il caso di venerdì (una donna sottoposta a cesareo e messa in stanza con un’altra paziente prima dell’esito del tampone di verifica) la preoccupazione è legittima. E la Regione sta intervenendo.

Il caso di sabato notte, una donna extracomunitaria, è stato gestito senza problemi. La signora, giunta al Policlinico in urgenza tramite Pronto soccorso, era leggermente sintomatica e dunque gli operatori hanno applicato da subito tutte le cautele. Non era andata così con il caso di venerdì pomeriggio, una donna italiana asintomatica che ha atteso il parto nei corridoi dell’«area grigia» (la zona di transito per i sospetti casi covid) in quanto tutte le stanze erano piene. Dall’audit effettuato dallo stesso Policlinico è infatti emerso che qualcuno aveva abbassato la guardia: l’infermiera che ha sottoposto la donna a tampone non indossava la mascherina filtrante (ffp2 o ffp3), dunque l’operatrice è stata classificata ad alto rischio e messa in autoisolamento per una settimana. Prima di poter tornare al lavoro dovrà ripetere il tampone.

Il punto è esattamente questo: la mancata applicazione delle norme di sicurezza, quelle che la Regione ha emanato fin da maggio imponendo l’uso di mascherine e tute e il tampone di controllo per i ricoveri, comporta la sospensione delle attività ospedaliere perché oltre a sanificare le aree il personale va messo in quarantena. E con una seconda ondata dell’epidemia sempre più probabile, si rischia di dover chiudere un reparto a settimana. Proprio come è capitato giovedì al Di Venere, dove alcuni operatori sono in autoquarantena in attesa dei risultati dell’audit interno. Ed è questo il motivo per cui, oggi, Lopalco diramerà una nuova circolare per richiamare tutti alla massima attenzione: chi non indosserà i dispositivi di protezione o non osserverà le procedure, costringendo l’ospedale a interrompere l’attività, d’ora in poi rischierà procedimenti disciplinari. «Il principio - spiega il capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro - è “tratta ogni paziente come fosse contagiato”. Quindi bisogna usare i Dpi e rispettare le regole. Non vogliamo più bloccare i reparti, non possiamo permettercelo, non per noi ma per i cittadini».

La situazione nei Punti nascita della provincia di Bari è al momento sotto controllo, anche se in città con la chiusura del Di Venere i ricoveri vengono deviati sul Miulli di Acquaviva o sulle cliniche private (Mater Dei e Santa Maria). Il reparto del Di Venere dovrebbe riaprire in giornata, ma oltre all’emergenza covid pesano anche le difficoltà collegate al periodo di ferie. 

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