BARI - «Tutti bravi sulla carta a lottare per l’agricoltura italiana. Tutti assenti nel denunciare l'ennesimo sopruso in atto che piegherà definitivamente il mercato dell’uva made in Puglia, creando disoccupazione e disperazione in una voce trainante della nostra economia già alle prese con i danni da maltempo e con la crisi post Covid», così l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Gianni Stea, denuncia i potenziali rischi dell’importazione di prodotti agroalimentari dall’estero, e in particolare di uva senza semi dall’Olanda.
«Il Paese che - spiega Stea - ha acquistato enormi scorte di prodotto dal Nord Africa e che ora si accinge ad immetterlo sottocosto nel mercato della grande distribuzione in barba a qualsiasi regola della corretta concorrenza». Stea lancia un appello agli europarlamentari a «non abbassare la guardia. I costi che la filiera italiana deve sostenere non sono assolutamente paragonabili a quelli dell’uva che giunge per vie traverse: parliamo - conclude - di almeno 1,70-1,80 euro al chilo per l’uva pugliese, contro 1,20 euro di vendita alla grande distribuzione dell’uva olandese-egiziana, un confronto insostenibile».