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Berlusconi: «La Puglia riparte con Fitto. E in Europa noi garanti degli interessi italiani»

 
Giuseppe De Tomaso

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Giuseppe De Tomaso

Berlusconi: la Puglia riparte con Fitto. E ora serve un taglio fiscale

Oggi Raffaele Fitto a Bari per la conferenza stampa di Forza Italia insieme al vicepresidente, on. Antonio Tajani, la senatrice Licia Ronzulli e i senatori Mauro D’Attis e Dario Damiani

Sabato 27 Giugno 2020, 08:34

12:59

In un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, e alla vigilia della manifestazione forzista (con Fitto) oggi a Bari, Silvio Berlusconi, parla dei problemi del Paese e della Puglia in particolare. «La Puglia partirà con Fitto», dice Berlusconi e l’Italia si riprenderà se saprà sfruttare le opportunità dell’Europa. «Saremo noi - dice Berlusconi che ribadisce il sì all’utilizzo delle risorse del Mes - a difendere gli interessi dell’Italia nell’Unione». Questione leadership nel centrodestra: se ne parlerà dopo le elezioni politiche.

Presidente Silvio Berlusconi, qual è l’obiettivo del centrodestra alle prossime regionali, quante regioni ritenete di poter strappare al centrosinistra?

Per abitudine non mi pongo mai un limite nell’affrontare una campagna elettorale. Io credo che in tutte e sei le regioni al voto il centrodestra abbia ottimi candidati, ottimi programmi e meriti di affermarsi. Certo, in alcune regioni il sistema di potere della sinistra è radicato e la battaglia quindi sarà più difficile. Però noi puntiamo a prevalere ovunque.

In Puglia si ricandida Raffaele Fitto, già forzista e presidente della Regione. Come sono i suoi rapporti con lui dopo la clamorosa rottura di qualche anno fa?

Non parlerei di clamorosa rottura: Raffaele ha compiuto delle scelte che non ho condiviso ma stima e rispetto non sono mai venuti meno tra di noi. Ora si tratta di lavorare per il futuro della Puglia e l’onorevole Fitto ha già dimostrato di saper governare molto bene.

La scelta di Fitto, primo in tutti i sondaggi nella coalizione, è stata contrastata dalla Lega per parecchie settimane. Esclude colpi bassi nell’alleanza in occasione del voto?

Sono sicuro che tutte le forze politiche del centrodestra siano responsabili come lo siamo noi e consapevoli dell’opportunità storica di dare una svolta alla Puglia come alle altre importanti regioni che andranno al voto.

Qual è il suo giudizio sul quinquennio di Emiliano, col quale in passato non ha avuto solo contrasti, ma anche reciproche attestazioni di stima?

Ho avuto parole di stima quando ha preso posizioni coraggiose proprio in dissenso con la coalizione che lo sosteneva ma non posso tacere sui risultati insufficienti della sua amministrazione. Una cosa è la stima personale, altra cosa il giudizio politico che è negativo.

Non è un mistero che Meloni e Salvini si contendano la guida del centrodestra e che il voto regionale dirà una parola importante in merito. Lei a chi si sente più vicino?

Il centrodestra è una coalizione plurale nella quale noi rappresentiamo l’anima liberale, cattolica, garantista, europeista, ben distinta quindi da quella di entrambi i nostri alleati, ai quali però ci legano il rispetto e un buon programma per le regioni e per l’Italia. Io non vedo queste regionali come una sfida per la leadership: a differenza della sinistra noi pensiamo a far ripartire l’Italia, non abbiamo conti da regolare fra di noi. Quando avremo vinto le elezioni politiche quella delle tre forze che avrà ottenuto più voti proporrà al Capo dello Stato il nome del Presidente del Consiglio.

Forza Italia la pensa in modo assai diverso dai suoi alleati su Europa e Mes. Lei si vede a disagio nell’alleanza? Sarà un’alleanza a tempo indeterminato, visto che l’Europa è il tema centrale del dibattito politico e visto che Salvini con la nomina dell’eurocontrario Bagnai a responsabile economico della Lega conferma il suo scetticismo su euro ed Europa?

Noi siamo garanti del fatto che il futuro governo si relazionerà all’Europa in modo responsabile e costruttivo, molto fermo nella tutela degli interessi italiani, attraverso le alleanze e la persuasione prima che con la contrapposizione. Tutti i governi di centrodestra hanno operato così e non c’è mai stato alcun problema con i nostri alleati. Il centrodestra è nato per nostra iniziativa un quarto di secolo fa. Non vediamo alternative possibili nel futuro.

Siamo stati noi a rendere possibile un centrodestra moderno, europeo, di governo, perché Forza Italia rappresenta un valore aggiunto unico nella politica italiana. Siamo i soli eredi delle grandi tradizioni politiche europee, i soli portatori dei valori della civiltà cristiana e liberale dell’Occidente, i soli rappresentanti in Italia della più grande famiglia politica della democrazia e della libertà in Europa, il Partito Popolare Europeo. Io so – e purtroppo anche statistiche recenti lo confermano - che moltissimi italiani sanno poco e ancora meno si informano della politica. È proprio a loro però che vorrei far capire l’eccezionalità del ruolo di una grande forza liberale, come Forza Italia, basata sulla competenza, sulla serietà, sull’esperienza di chi non solo ha realizzato molto al governo del Paese, ma che anche nella vita, nel lavoro e nell’impresa ha conseguito risultati straordinari.

Sarebbe favorevole a un governo di unità nazionale qualora l’esito del voto regionale e la crisi economica rendessero necessaria una soluzione di governo unitaria?

Non ne vedo le condizioni e in ogni caso la politica non si fa con gli scenari, ma governando i fenomeni che accadono giorno dopo giorno. Penso non da oggi che l’Italia debba e possa avere un governo maggiormente rappresentativo degli italiani, più preparato ed efficiente, capace di gestire una fase delicata come quella dei prossimi mesi, il che tuttavia non significa affatto un governo nel quale coesistano, come è già avvenuto, forze politiche inconciliabili. È un fatto che questa maggioranza delle quattro sinistre si sta sgretolando sotto il peso delle sue contraddizioni. Qualora si dovesse verificare una crisi di governo, ragioneremo in primis con i nostri alleati di centrodestra su cosa fare e quali soluzioni proporre al Paese per evitare il baratro.

Come valuta l’operato di Conte contro la pandemia?

Le scelte di politica sanitaria erano sostanzialmente scelte obbligate, quelle per tutelare il lavoro e le imprese sono state drammaticamente insufficienti. Noi avevamo messo a disposizione non del Governo, ma delle Istituzioni, la nostra esperienza, la nostra competenza, le nostre relazioni internazionali, perché così si comporta un’opposizione responsabile in un momento di grave emergenza nazionale. Ho avuto l’impressione che il Presidente del Consiglio abbia preferito il protagonismo personale e comunque ha dedicato all’opposizione un ascolto solo formale. La nostra disponibilità ovviamente rimane, perché l’emergenza è gravissima. Mi auguro che la maggioranza, non solo il Presidente del Consiglio, cambi atteggiamento.

Lei in quali settori metterebbe i soldi per favorire la ripresa economica?

Ci sono molti settori per i quali si è fatto davvero troppo poco, o che sono stati addirittura dimenticati. Penso per esempio al turismo, all’agricoltura, alla scuola paritaria, al lavoro autonomo. Però non è solo questione di interventi settoriali, per quanto necessari: occorre un cambio di passo complessivo per far ripartire l’economia attraverso un grande shock fiscale. Ridurre le tasse in modo importante a tutti, famiglie e imprese, introducendo la flat-tax, è la sola strada per ridare fiato a tutti coloro che hanno gravemente sofferto in questi mesi. Si tratta della grande maggioranza degli italiani.

Conte propone di tagliare l’IVA a chi non paga in contanti. Che pensa?

Ovviamente qualunque riduzione della pressione fiscale, che invece nel primo trimestre del 2020 è aumentata ancora di mezzo punto, non può che vederci favorevoli.
Non sono affatto favorevole, invece, alla demonizzazione dell’uso del denaro contante. Gli italiani hanno tutto il diritto di spendere nel modo che vogliono - ed anche senza essere tracciati - il denaro legittimamente guadagnato. Io credo che quest’idea, per altro contestata anche nella maggioranza, non serva tanto a ridurre le tasse, quanto a ridurre la libertà degli italiani.

Un parlamentare di Forza Italia ha contribuito a far saltare il taglio dei vitalizi. Lei è d’accordo?

I vitalizi sono stati aboliti nel 2012 dal centrodestra: fu una nostra iniziativa. Forza Italia lavora da sempre per avere un sistema politico e istituzionale meno costoso e più efficiente: avevamo anche approvato una riforma costituzionale che riduceva il numero dei parlamentari che però fu impedita dalla sinistra. È comprensibile che chi si ritiene danneggiato dal ricalcolo apra un contenzioso, ma non mi sembra che questo sia il momento giusto per discutere di queste cose. Siamo al lavoro per sostenere un Paese che soffre, non c’è tempo da perdere per parlare di vitalizi e di decisioni già prese.

Sembra già iniziata, con largo anticipo, la corsa per il Quirinale. Salvini ha proposto al M5S di eleggerlo insieme. Lei cosa si augura? Seguirebbe Salvini su questa linea o voterebbe un candidato dichiaratamente filoeuropeista? La riconferma di Mattarella andrebbe bene?

Ho troppa stima del Presidente Mattarella per affrontare il tema della sua successione, o anche della sua riconferma, quando è ancora nel pieno esercizio di un mandato così delicato.

Fosse lei il presidente della Regione Puglia cosa metterebbe ai primi posti nell’agenda programmatica?

Il rilancio economico: questa crisi è stata una tragedia, ma per paradosso potrebbe diventare anche una opportunità. E’ necessaria però una giunta che sappia gestire in maniera oculata e più efficiente i soldi che, dopo molti anni, finalmente le amministrazioni locali avranno a disposizione. Bisogna fare in modo che vengano utilizzati per investimenti e non finiscano sprecati in puro assistenzialismo. È inoltre necessario sostenere l’agricoltura fermando finalmente la xylella, spendere i troppi fondi europei non spesi e investire sul turismo sostenendo le imprese e rafforzando i collegamenti: servono più voli e più treni ad alta velocità. Vi è poi il tema delle aree industriali: bisogna sostenere quelle di Taranto e Brindisi che devono essere al centro della strategia europea del Just Transition Fund. Questi programmi sono totalmente condivisi dal nostro candidato al governo della Regione.

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