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Coronavirus, ecco cosa accade dopo la dimissione dall’ospedale: «tamponi ogni 7 giorni»

 
michele de feudis

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«Chi è in quarantena non deve fare la raccolta differenziata», spiega il prof. Silvio Tafuri dell'Università di Bari e referente della «control room covid» del Policlinico

Venerdì 10 Aprile 2020, 20:47

Nella battaglia contro il coronavirus ci sono pazienti clinicamente guariti, ma virologicamente ancora positivi: per questa particolare tipologia di malati negli ospedali pugliesi sono adottati protocolli che consentono ai pazienti «guariti ma non negativizzati» di proseguire le cure in casa.

Spiega Silvio Tafuri, professore associato di Igiene all’Università di Bari e referente della «control room covid» del Policlinico: «Guarigione clinica e virologica non sempre corrispondono. Per essere dimessi ancora positivi, i pazienti guariti clinicamente devono essere in grado di autogestirsi e di avere spazi ad hoc in casa per il distanziamento. Devono dormire da soli, avere un bagno esclusivo, organizzarsi per pranzare da soli». Poi ci sono una serie di accortezze pratiche da seguire: «Le posate e i piatti vanno lavati con prodotti a base di cloro, gli indumenti in lavatrici nelle quali non possono andare capi di altri familiari e i lavaggi devono essere ad alta temperatura, con specifici disinfettanti». In caso di malessere o nuova febbre? «Il paziente può contattare il medico di famiglia o l’Asl che lo segue anche a casa. Dopo 14 giorni è previsto un nuovo tampone a domicilio», aggiunge Tafuri. Anche i pazienti negativi sono invitati «a osservare altri 14 giorni di cautele, in isolamento domiciliare».

«A Foggia la categoria dei positivi non negativizzati viene instradata nei reparti post-acuti - spiega la professoressa Maria Pia Foschino, direttore del D’Avanzo Covid del capoluogo dauno -. Ma abbiamo avuto alcuni casi di malati positivi, clinicamente stabili, che hanno chiesto di andare a casa». La procedura adottata è la seguente: «È capitato per tre pazienti: c’è stato un sopralluogo Asl sui luoghi dell’isolamento, e dopo il via libera ai malati è stata data indicazione di usare la mascherina chirurgica, mantenere le distanze dai familiari, usare il bagno personale e lavare gli indumenti a 90 gradi. Il tampone di controllo? Può avvenire dopo sette giorni, come nel reparto».

C’è, infine, il nodo del conferimento e della raccolta dei rifiuti dei positivi. Vincenzo Gadaleta, responsabile servizi esterni Amiu Puglia, fa sapere che si segue per Bari e Foggia un protocollo in linea con i decreti governativi: «Pazienti e famiglie in quarantena devono fare solo la raccolta indifferenziata. Poi devono comunicare online al Comune l’accesso al servizio riservato di ritiro Covid attraverso un modulo sul sito ufficiale. Poi l’azienda fissa un appuntamento per spiegare al paziente come avviene la nuova formula di raccolta». L’addetto alla raccolta? «È formato per il servizio e utilizza mascherina ffp3, tuta monouso bianca, doppi guanti monouso, copriscarpe e occhiali. Non usa l’ascensore, ma le scale per non toccare manopole o pulsanti: prende i rifiuti e lascia sacchi neri vuoti dell’Amiu».

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