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Coronavirus, il vademecum dell’Anci per i primi cittadini: 10 regole per la comunicazione

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Anci, Decaro pronto al bis: «Lotteremo per più risorse»

foto Luca Turi

La crisi sanitaria e i sindaci «collante della comunità»

Domenica 29 Marzo 2020, 18:51

BARI - Dalla pandemia Coronavirus alla biopolitica e al ruolo crescente dei sindaci: dalla riforma che ha portato all’elezione diretta, i primi cittadini hanno conquistato uno spazio di visibilità e influenza sempre maggiore, sublimato in queste tragiche giornate di lotta al virus nel quale esercitano il potere di «ufficiali di governo» e di «collante sociale». Per aiutarli a gestire lo stress della comunicazione istituzionale al tempo delle polmoniti virali l’Anci nazionale (presieduta da Antonio Decaro) con l’agenzia Proforma ha realizzato un vademecum per aiutare i sindaci nel rapportarsi con le altre istituzioni e i cittadini.
«Abbiamo realizzato un percorso - spiega Dino Amenduni, uno dei comunicatori che ha curato il progetto - nel quale il sindaco svolge in pieno il ruolo di tutore emotivo della comunità: ha tono fermo ed è emotivamente carico. Un super-eroe? No. Non deve sovraesposi nel leggere bollettini sanitari, ma prendersi cura della sua comunità». «I sindaci - aggiunge Amenduni - hanno un credito di fiducia, sono percepiti come prossimi dai cittadini e rappresentano un capitale che consente alle istituzioni di dialogare con autorevolezza con i cittadini». Il decalogo ha consigli pratici (coordinare la comunicazione interna), mediatici (fare video per creare empatia con i cittadini) e politici (no ai protagonismi), con un invito a rimanere per terra, ammettendo anche gli errori possibili.

Scettico sul ruolo mediatico dei sindaci è il sociologo Onofrio Romano dell’Università di Bari: «Si tratta di un paradigma che finirà con questa crisi. L’approccio del sindaco onnipresente o di Emiliano è l’emblema di un rapporto orizzontale con la cittadinanza, “io sono uno di voi” sembra dire. Ricalca una stagione di depoliticizzazione nella quale il politico si trasformava in intrattenitore. Per una nemesi il premier Conte, descritto come burattino dei populisti, ha invece riaffermato la giusta distanza dimostrandosi all’altezza e restituendo dignità alla politica come forza per determinare i destini delle persone. Prefigura un modello nuovo che verrà nei prossimi mesi».
La vicinanza con il campanile e il municipio è invece la chiave della riflessione di Nuccio Bovalino, sociologo dell’Università internazionale di Reggio Calabria, autore del saggio Imagocrazia (Meltemi): «In un momento storico in cui non ci sono punti fermi e c’è sradicamento imperante con sfiducia verso le istituzioni, il cittadino è disorientato dalla “politicizzazione” della scienza, e per questo si rifà alla prossimità, a colui che li rappresenta: il sindaco diventa il baluardo rispetto alle difficoltà che si registrano quotidianamente nella gestione di una crisi epocale. Un punto fermo mentre cambia tutto il mondo intorno».

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