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Coronavirus, medici pugliesi ricoverati dopo contagio «Mancano i dispositivi di sicurezza»

 
Redazione online

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La denuncia è di Donato Monopoli, segretario regionale della Fimmg Puglia, il sindacato dei medici di base

Lunedì 23 Marzo 2020, 12:22

13:10

BARI -  Tre medici pugliesi sono ricoverati dopo essere stati contagiati dal coronavirus. A dirlo è Donato Monopoli, segretario regionale della Fimmg Puglia, il sindacato dei medici di base. «Fortunatamente - spiega - non sono in gravi condizioni, ma è stato necessario il ricovero».

Ma non si tratta degli unici medici che si sono ammalati durante il loro lavoro: «Abbiamo decine di casi già - prosegue Monopoli - ci sono diversi colleghi contagiati in provincia di Lecce, almeno cinque in provincia di Brindisi».

Per loro, però, è stata sufficiente l’assistenza domiciliare e l’isolamento. AI medici contagiati, poi si aggiungono quelli in isolamento precauzionale per essere venuti a contatto con pazienti Covid senza misure di protezione. «Continuiamo a lavorare a mani nude - lamenta Monopoli - perché al di là degli annunci, a noi non sono stati ancora consegnati i dispositivi di protezione individuale, mascherine, guanti, tute».

L'APPELLO - Saturimetri per la gestione domiciliare dei pazienti contagiati dal coronavirus e distribuzione dei farmaci antivirali usati contro l’HIV per prevenire le polmoniti. Sono le due richieste che il presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, a capo anche della Federazione degli Ordini dei medici italiani, ha rivolto alle Regioni e all’Istituto Superiore della Sanità.
«L'esperienza lombarda deve insegnarci e aiutare a prevenire errori - dice Anelli - i saturimetri sono facili da utilizzare e possono esserci utili per evitare una eccessiva ospedalizzazione, favorendo l’assistenza domiciliare dei casi positivi ma non in condizioni critiche. Attraverso il saturimetro - prosegue Anelli - il paziente, grazie anche una consulenza a distanza del medico, può essere tenuto sotto osservazione controllando l’evolversi della malattia. Mentre, per quanto riguarda i farmaci antivirali usati contro l’HIV ormai ci sono evidenze scientifiche e diverse pubblicazioni, anche fatte in Lombardia, che ci dicono che l’uso di questi farmaci, anche a domicilio, in alcuni casi specifici può aiutare a ridurre preventivamente il numero di polmoniti»

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