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Pd Puglia, debiti con i dipendenti: 4 consiglieri regionali rischiano espulsione

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Pd Puglia, debiti con i dipendenti: 4 consiglieri regionali rischiano espulsione

«Paghino e tutto rientra», ma gli interessati: «Non dobbiamo nulla»

Mercoledì 18 Dicembre 2019, 13:42

È sempre antipatico quando si arriva a litigare per soldi. Ma nonostante le cifre siano risibili (parliamo di 25mila euro di debiti, quasi tutti nei confronti dei dipendenti), la situazione economica del Pd pugliese viene ormai definita drammatica. E si riflette sulla politica: i consiglieri regionali che non hanno versato i contributi previsti alla segreteria regionale da ieri sono ufficialmente morosi e rischiano l’espulsione dal partito.
Tutto nasce dal decreto ingiuntivo con cui, alcuni mesi fa, i tre dipendenti del partito hanno proceduto al pignoramento del conto corrente. In tutto, circa 15mila euro. E così sono partite le lettere di sollecito, rivolte ai consiglieri e agli assessori regionali (i parlamentari versano al nazionale) per i quali è previsto un contributo rispettivamente di 500 e 700 euro al mese. E dopo il terzo sollecito, e un incontro avvenuto due settimane fa, ieri la commissione di garanzia del partito presieduta da Franco Cuna ha predisposto le delibere di espulsione che riguarderebbero quattro persone: «Ma sono sottoposte - spiega Cuna, che non ha comprensibilmente voluto ufficializzare i nomi - a condizione sospensiva: è sufficiente sanare la situazione perché le decisioni siano poste nel nulla».

Ma è facile ricavare la lista dei (presunti) morosi. In cima c’è Donato Pentassuglia, cui è contestato un mancato pagamento di 14.800 euro. Contattato, non la prende bene: «Mi vogliono espellere? Che lo facciano, evidentemente non mi sopportano più. Ma quali debiti? Ho fornito le copie dei bonifici effettuati ai circoli del mio territorio, che si sostengono grazie ai miei contributi». Tuttavia, secondo fonti del partito, i soldi dati ai circoli territoriali non contano perché - per i consiglieri regionali - lo statuto prevede di versare alla segreteria.
Lo stesso problema riguarda il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo. Il suo debito sarebbe di 3mila euro. «Per alcuni mesi - ha detto - ho versato 300 euro anziché 500 in quanto con il resto mi sono caricato il fitto della sede del Pd di Sannicandro. Ora ho ripreso a pagare l’intera cifra, pur continuando a contribuire al mantenimento della mia sezione. Se poi la segreteria regionale vuole venire a pagare anche qui, si accomodi pure».

Una questione simile, di principio, riguarda anche l’assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, che ha versato dall’inizio 500 euro e non 700, ritenendo ingiustificata la differenza rispetto ad altri colleghi con cariche consiliari (i presidenti di commissione). E in questo modo sarebbe arrivato ad accumulare 6mila euro di arretrati. Anita Maurodinoia, lady preferenze, si è invece dichiarata «indipendente» pur avendo aderito al gruppo regionale Pd: per questo le vengono chiesti i 9mila euro maturati da quando è subentrata in Consiglio regionale all’attuale parlamentare Marco Lacarra. Altri due consiglieri, Michele Mazzarano (4.500 euro) e Fabiano Amati (2mila euro) hanno saldato il dovuto: il primo ha spiegato alla commissione di garanzia di aver sospeso i pagamenti per protesta, non avendo condiviso la decisione del segretario regionale Lacarra di coprire i versamenti previdenziali di un ex parlamentare, il secondo lo ha fatto prima di formalizzare la candidatura alle primarie.
La vicenda sta provocando un certo imbarazzo. Anche Lacarra, non a caso, evita di fare commenti per non inasprire ulteriormente gli animi. Tuttavia bisogna far fronte al decreto ingiuntivo. E pur essendo il conto capiente, il partito oggi ha gravi problemi di operatività «politica»: la sola ordinaria amministrazione costa 9-10mila euro al mese

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