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La doppia sfida del pugliese Conte: sedurre l'Inter e piegare la Juve

 
Fabrizio Nitti

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Fabrizio Nitti

La doppia sfida del pugliese Conte: sedurre l'Inter e piegare la Juve

Le prime frasi da nerazzurro trasudano ambizione e istruzioni per l'uso

Lunedì 08 Luglio 2019, 09:41

09:42

Antonio è tornato. Feroce, concentrato, deciso a riconquistare l’Italia dopo averla calcisticamente dominata nel periodo del «triennio» juventino, scudetti e vittorie una dietro l’altra. Un anno sabbatico ha ulteriormente caricato il tecnico salentino, voglioso di ricominciare e di imporre nuovamente il suo marchio di fabbrica sul campionato italiano.

Lo special One all’italiana è pronto a lanciare la sfida. Le sue parole, le sue prime frasi interiste, trasudano ambizione e istruzioni per l’uso. Messaggi chiari lanciati ai giocatori, un avviso ai naviganti del quale tutti dovranno tenere conto. È come se in casa nerazzurra stesse cominciando una nuova era, un nuovo modo di pensare e di fare calcio, dopo anni in cui la confusione ha trovato spesso spazi vitali nei quali fiorire. Cultura del lavoro, disciplina, il rispetto e il rigore, la cultura della vittoria e il senso di appartenenza. Poche, ma chiarissime regole e un uomo solo al comando: Antonio Conte. A volte dispotico, a volte romantico, uno che ha conquistato sul campo tutto quanto ha guadagnato, sia da calciatore che da tecnico. Uno che, comunque, dovrà conquistare la parte più integralista del tifo nerazzurro. Ma il tecnico salentino non ha paura delle sfide, neanche di quelle più dure.

Sarà il campo a dire se l’Inter ha fatto la scelta giusta o meno. Di certo il profilo vincente di Conte non potrà che infondere coraggio a tutto l’ambiente interista, da anni succube del dominio juventino e ora aggrappato a un ex bianconero nel tentativo di tornare a lottare per il vertice. Una figura come quella dell’allenatore leccese era indispensabile in questo momento storico,
La cura Conte intanto ha già prodotto due effetti: di fatto, il «licenziamento» di Icardi e di Nainggolan. Idee chiare e niente compromessi, dunque, sulla strada del rinnovamento. L’attaccante e il centrocampista non possono coesistere in un gruppo basato sul «mutuo soccorso» in campo e sulla condotta lineare fuori dal campo, senza colpi di testa.
Quanto vale in percentuale un allenatore? Difficile dirlo, ma è una figura fondamentale nella crescita di una squadra. E Conte ha già dimostrato di saper incidere in maniera inequivocabile.

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