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Brindisi, inchiesta sui varchi al Porto: respinto arresto presidente Authority, pm fa ricorso

 
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Brindisi, abusi e falso: sequestrati varchi al Porto. «Si rischia la chiusura»

Rigettati i domiciliari per Ugo Patroni Griffi su una vicenda relativa a una transazione tra Comune e Autorità portuale per gli accessi di via del Mare. Ma pm fa appello al Riesame

Sabato 11 Maggio 2019, 17:36

Il gip del tribunale di Brindisi ha respinto la richiesta di arresti domiciliari (o in subordine la misura interdittiva per un anno) per il presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi e per il dirigente dell'Authority, Francesco Di Liverano, per concorso in frode in pubbliche forniture (per Di Liverano) e falso in atto pubblico per induzione (per Patroni Griffi), nell'ambito dell'inchiesta sul porto di Brindisi, con particolare riferimento all'eliminazione di una recinzione di via Del Mare finita al centro di una transazione tra Authority e Comune. L'indagine, da quanto è emerso, non riguarderebbe nè tangenti nè dazioni di denaro.

Il gip, Stefania De Angelis, con una ordinanza di oltre 70 pagine, ha respinto la richiesta del pm Raffaele Casto, articolata in oltre 400 pagine che ha già proposto appello al tribunale del Riesame la cui pronuncia è prevista la settimana prossima. In ogni caso, sarà comunque possibile, sia per accusa sia per indagati, proporre ricorso per Cassazione.

La vicenda culminata con il sequestro di alcuni varchi del porto di Brindisi, fa parte di una indagine molto più articolata che vede sotto accusa 13 persone. A Patroni Griffi viene contestato di aver indotto il Comune, all'epoca amministrato dal commissario straordinario Santi Giuffrè a revocare una ordinanza di sospensione dei lavori per la recinzione di via Del mare, un tratto di strada che costeggia il seno di Levante, a seguito di una transazione che prevedeva l'esecuzione di alcune opere e la rinuncia al contenzioso amministrativo che in una fase iniziale aveva visto soccombere l'ente municipale. L'Autorità portuale aveva infatti ottenuto la sospensiva dell'ordinanza emessa. 

Di Liverano, invece, è accusato di non aver vigilato sul rispetto del capitolato per l'esecuzione dei lavori sulla strada ex Sisri.

Dalla discovery degli atti a seguito del ricorso al tribunale del riesame sono emersi una serie di particolari al centro delle indagini condotte dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi

I due indagati (su un totale di 13) per cui era stato invocato l'arresto, attraverso le proprie difese hanno respinto ogni contestazione, dichiarandosi estranei a qualsiasi forma di accusa di carattere penale. Patroni Griffi si dice tranquillo nella convinzione di aver agito nell'interesse della città. «Il gip - ha chiarito il presidente dell'Authority - ha rigettato la richiesta del pm e si è espresso sul merito delle contestazioni, non solo sulle esigenze cautelari».

«Nessuna delle opere in questione è stata realizzata durante il mio mandato, non ho messo un solo mattone. Mi sono solo preoccupato di risolvere la questione nel migliore dei modi. Se poi ci dovessero essere stati degli errori nelle procedure del Comune per revocare l'ordinanza di sospensione dei lavori, come viene sostenuto, questo non è certamente imputabile a me o all'ente che rappresento. Sono sicuro, sicurissimo di non aver commesso alcun tipo di reato, ma di aver sostenuto l'ipotesi di una transazione con il Comune per il bene di Brindisi. Parliamo di accordi fra pubbliche amministrazioni, non vi sono interessi privati, del resto non se ne parla neanche negli atti». 

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