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Bari, lezioni di sesso? In rivolta gli ambienti cattolici

 
Enrica D’Acciò

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Enrica D’Acciò

Bari, lezioni di sesso? In rivolta gli ambienti cattolici

La pubblicazione destinata alle quarte e quinte classi degli istituti superiori

Giovedì 10 Gennaio 2019, 12:43

BARI - Che cos’è l’amor? Un opuscolo «omosessualista», redatto dalle «lobby gay» che il sindaco Antonio Decaro vorrebbe infilare, quasi di nascosto, negli zainetti di alunni e studenti delle scuole della città? Oppure è un’occasione di conoscenza, consapevolezza, su un argomento di cui troppo poco si parla e, per questo, di cui troppo si ha bisogno? È la polemica, social e non solo, accesa nei giorni scorsi da Fabio Candalice, presidente della onlus «Il granello di Senapa», da sempre vicino ai movimenti cattolici per la famiglia, contro la diffusione dell’opuscolo «Che cos’è l’amor?», nell’ambito di un progetto sull’affettività proposto dal tavolo LGBTQI (Lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali) del Comune. «Il sindaco Decaro e il suo Tavolo LGBTQI (associazioni omosessualiste) – tuona su Facebook Candalice - stanno per portare nelle scuole superiori di Bari un progetto gender, con tanto di conferenze e distribuzione ai ragazzi e alle ragazze (i nostri figli!!!) di un vergognoso opuscolo dal titolo «Che cos’è l’amor», in cui, tra le tante porcherie e scempiaggini, spiccano le più spinte teorie sul «gender» e sull’orientamento sessuale, le pruriginose spiegazioni delle zone erogene, con tanto di spiegazione su cosa si può fare con pen*, vag*** e an* , per finire con esempi pratici (molto pratici…) di autoerotismo. Il sindaco Decaro ha dato il via libera per l’acquisto di 200 di questi veri e propri trattati sull’omosessualità, spendendo 1403 euro di soldi dei cittadini baresi».

Diversa la versione dell’amministrazione comunale (come spieghiamo nell’altro pezzo in pagina). Il tavolo LGBTQI avrebbe proposto, già nel 2017, un ciclo di seminari extracurriculari sull’affettività da proporre nelle scuole superiori della città. A corredo di questi incontri, si è deciso di stampare alcune copie di «Che cos’è l’amor», un opuscolo firmato dalla rete Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link, Coordinamento Universitario, la cui sezione barese siede al tavolo LGBTQI. Il libretto in questione, già disponibile on line, propone un vasto approfondimento su identità, sesso biologico, identità di genere e orientamento sessuale. C’è poi l’abc dell’anatomia e di alcune pratiche erotiche, un focus su violenza e stereotipi di genere, un ripasso sulle malattie sessualmente trasmissibili e sulla contraccezione. Linguaggi e immagini sono semplici e diretti e, ovviamente, non c’è traccia degli asterischi presenti nei post di Candalice. Dal gruzzolo che, ogni anno, il bilancio comunale destina alle attività di sensibilizzazione del tavolo LGBTQI, sarebbero stati destinati 1.200 euro per la stampa dell’opuscolo e di tutto il progetto. L’opuscolo non è stato ancora distribuito, perché, al momento, non sono stati calendarizzati gli incontri con gli esperti nelle scuole che, precisano da palazzo di città, saranno prima presentati ai presidi e a cui gli studenti potranno partecipare su base volontaria.

«Per quale motivo non avremmo dovuto presentarlo alle scuole di Bari?», si chiede Piercarlo Melchiorre, dal coordinamento universitario Link Bari. «Soprattutto in questo momento di aggressioni e barbarie, la scuola e l’università hanno il compito di opporsi all’oscurantismo di persone bigotte e retrograde. Per fortuna non siano nel 1200, siamo nel 2019. Quante sono le copie, come e quando sono state pagate o come saranno distribuite ci interessa poco. Ci interessa invece che la scuola, l’università, continuino ad essere il luogo collettivo in cui si sostiene la cultura del rispetto, della dignità, della libertà». «Assolutamente necessario parlare di affettività e sessualità nelle scuole e soprattutto nelle scuole superiori», commenta Irma D’Ambrosio, dirigente scolastico del liceo artistico «De Nittis», «tanto è vero che da anni, su sollecitazione degli stessi genitori, il consiglio di istituto ha dato il via libera ad un progetto su affettualità e sessualità che realizziamo a scuola, con due psicologhe esperte». Anche altre scuole superiori della città si sono auto-organizzate per parlare di sesso. «Non conoscono quest’ultima proposta del Comune – riprende D’Ambrosio - e, pertanto, non posso esprimermi, atteso che questa amministrazione comunale ha dimostrato di essere molto attenta alla pubblica istruzione, avendoci presentato sempre proposte intelligenti. Certo, l’argomento richiede grande delicatezza e soprattutto a scuola se ne deve parlare con competenza, perché facciamo pur sempre didattica». 

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