È cominciato presso il Tribunale dei Minori di Lecce il processo con rito abbreviato nei confronti di Lucio Marzo, il 18enne di Montesano Salentino detenuto nel carcere minorile di Quartucciu in Sardegna per l'omicidio della sua fidanzata, la sedicenne Noemi Durini, di Specchia (Lecce), uccisa il 3 settembre dello scorso anno nelle campagne di Castrignano del Capo. Il corpo della ragazza fu rinvenuto dieci giorni dopo la sua uccisione, sotto un cumulo di pietre in una campagna di Castrignano del Capo.
Lucio, all’epoca dei fatti minorenne, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per aver agito con crudeltà per motivi abietti e futili e di aver poi occultato il cadavere. Come ha dimostrato la perizia disposta dalla Procura, Noemi è stata prima picchiata a mani nude e poi accoltellata e seppellita mentre era ancora viva. Lucio avrebbe ucciso la ragazza perchè - secondo quanto raccontato dallo stesso giovane - quella sera Noemi lo pressava per uccidere i suoi genitori che si opponevano alla loro relazione, simulando una rapina in casa.
Lucio è arrivato al Tribunale a bordo di un’auto della polizia penitenziaria, entrando da un ingresso secondario. Indossa un giubbotto con cappuccio, pantaloni larghi, capelli scuri con una doppia rasatura.
Il padre di Noemi, Umberto Durini, è l’unico familiare presente in aula. Non sono presenti Imma, la madre di Noemi, né i genitori di Lucio. Oggi è prevista la requisitoria del Pm Anna Carbonara, domani le repliche degli avvocati e poi giovedì 4 ottobre la camera di consiglio e la sentenza.
«Lucio è molto cambiato in questi mesi. - ha detto l'avvocato Luigi Rella, il legale difensore del giovane all’ingresso in Tribunale - Ha avuto modo di riflettere ed è per questo che chiederò di nuovo la messa alla prova».
Il pm Anna Carbonara ha chiesto - nell’ambito del processo con rito abbreviato che si sta tenendo davanti ai giudici del Tribunale dei Minorenni di Lecce - la condanna a 18 anni di carcere per Lucio Marzo, per l’omicidio della sua fidanzata, la sedicenne Noemi Durini, di Specchia (Lecce), uccisa il 3 settembre dello scorso anno. Un altro anno e mezzo di carcere è stato chiesto dal pm per reati collaterali, confluiti nel procedimento.
LE PAROLE DEL PADRE DI NOEMI - «Non l’ho visto Lucio, forse lo vedrò domani. Io non ho odio, lo dico col cuore. Lui ha il diritto di rifarsi una vita, però 20 anni o 18 li deve fare in galera». Lo dice Umberto Durini, il padre di Noemi uccisa dall’ex fidanzato, alle telecamere de La Vita in Diretta, il programma di Rai1, dopo la richiesta di condanna del pm nei confronti di Lucio Marzo nel processo per l’omicidio iniziato oggi. «E' stato difficilissimo, ma siamo fiduciosi - spiega il papà della sedicenne trovata morta nel settembre dello scorso anno -. Dall’istruttoria è uscito fuori chi era mia figlia, limpida. Non abbiamo nulla da nascondere. Fino ad ora è uscito tutto il fango che le hanno buttato sopra, ma la verità primeggia in tutto». Il papà di Noemi conferma che Lucio gli ha scritto una lettera: "mi ha scritto, ma sono cose riservate. Ha chiesto scusa, come quando vai al supermercato e inciampi in un cliente e chiedi scusa. La parola 'perdono' per questa gente non esiste». «Non sono il paladino della giustizia - ha concluso - Per la verità non vogliamo niente, deve fare 18 anni in una cella due per due. E ogni giorno deve pensare a Noemi e al bene che gli voleva. E al papà, a me, a quando lo portavo in casa mia ché il padre lo buttava fuori di casa. Punto».