Sabato 06 Settembre 2025 | 20:43

Puglia, la nuova frontiera dei clan? Videopoker e scommesse

 
Michele De Feudis

Reporter:

Michele De Feudis

Un agente della Dia

Dal Gargano al Salento, il rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia fa una radiografia delle attività criminali nel settore delle scommesse online

Giovedì 19 Luglio 2018, 08:27

BARI - La mafia pugliese? «Si contraddistingue per l’estrema frammentarietà strutturale e una accesa conflittualità», e per una predilezione ad allargare il raggio d’azione egemonizzando (soprattutto nel Barese con il clan Parisi) non solo il mondo dei videopoker ma anche quello delle piattaforme online per i centri-scommesse, dove i gestori sono lusingati con l’offerta di provvigioni più laute rispetto ai bookmaker che operano nella legalità. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto semestrale della Dia (luglio-dicembre 2017), nel quale risalta l’efficacia della costante opera di repressione delle forze dell’ordine e della magistratura.

La regione esprime, secondo lo studio, in ogni territorio delle peculiarità criminali: nel Foggiano i gruppi criminali (segnati feroci rivalità e colpiti dalle operazioni giudiziarie) hanno una stabile vitalità legata “a nuove sfide affaristiche anche in contesti internazionali”; nella Bat i clan, “collegati con le consorterie attive nella piana di Cerignola” operano soprattutto nello spaccio, nelle estorsioni, nel traffico di armi, oltre a mantenere la predilezione per le rapine ad autotrasportatori e a furgoni portavalori, realizzate con “spiccato senso della pianificazione e notevoli potenzialità strategiche di tipo “militare””. Cerignola resta anche il fulcro della ricettazione della merca rubata. Nel Barese rilevane è stato il contraccolpo generato dal percorso di collaborazione con la giustizia di elementi apicali della mala (e da qui sarebbero emerse le rivelazioni sulla nuova frontiera del gioco digitale). Nonostante le difficoltà per le inchieste, si registra lo scompaginamento del clan Di Cosola e il tentativo di espansione nella provincia degli Strisciuglio. I riflettori sono anche puntati su Bari e sul suo porto, luoghi dove "giungono e sono smistati ingentissimi quantitativi di stupefacenti”.

Nella provincia di Taranto permane la presenza di “piccoli aggregati criminali”, che oltre a droga ed estorsioni, hanno una attenzione spasmodica per il controllo del mercato ittico. Nel Brindisino si conferma lo stallo e la tregua tra i clan mesagnesi e i tuturanesi: il core business è il racket delle estorsioni e lo spaccio, in particolare di marijuana.
Dal lavoro degli investigatori è possibile riscontrare anche una “propensione” alla commissione di reati criminali anche fuori regione (in particolare i gruppo della Bat con furti e rapine ai tir): nel caso dell’operazione “Sotto traccia”, la Polizia ha arrestato 12 soggetti, quasi tutti andriesi, componenti di due diverse bande di rapinatori che sono ritenute responsabili di almeno una ventina di assalti ad autoarticolati in sosta nelle area di parcheggio autostradali di Puglia, Molise e Abruzzo. Non va trascurata, infine, la tendenza a reinvestire denaro frutto di illeciti in attività in altre regioni: l’operazione “Malavigna”, concluda nel dicembre scorso dalla DIA di Bologna, ha fatto luce sul traffico di ingenti capitali lungo la rotta Puglia-Emilia Romagna, a riprova che i clan pugliesi hanno la consolidata abitudine di investire nel Nord Italia, acquisendo attività economiche per trasformarle in vere e proprie lavatrice.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)