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Inchiesta in Basilicata, le «confessioni» al telefono dei dirigenti Asl

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

 Inchiesta in Basilicata, le «confessioni» al telefono dei dirigenti Asl

Marcello Pittella (a destra) con Michele Emiliano

Gli interrogatori di garanzia dei 22 arrestati davanti al gip Angela Rosa Nettis dovrebbero partire martedì, cominciando dalle due persone finite in carcere. Tra i 20 ai domiciliari, oltre Pittella, anche il commissario straordinario della Asl di Bari, Vito Montanaro, il docente universitario barese Agostino Meale, i vertici di altre aziende sanitarie lucane e i tre «vincitori» del concorso da dirigenti

Domenica 08 Luglio 2018, 11:49

09 Luglio 2018, 06:45

MATERA -  Maria Benedetto soffriva la vicinanza di Pietro Quinto, il direttore generale della Azienda sanitaria di Matera con cui pure condivideva tutte le decisioni. «Mia figlia, è 10 volte più brava, e poi dico io: i nostri figli, tu immagina quando aggiusto le cose nei concorsi... E se capita a mia figlia? Che pur essendo più brava di... non può andare avanti. E allora mi sento un verme. Dico: mi sa che faccio parte anche io di questo sistema!». Una confessione quella del direttore amministrativo, finita in carcere martedì insieme al suo diretto superiore nell’inchiesta che ha azzerato la sanità lucana coinvolgendo anche il governatore Marcello Pittella. E facendo emergere collegamenti stretti con le Asl pugliesi.

Gli interrogatori di garanzia dei 22 arrestati davanti al gip Angela Rosa Nettis dovrebbero partire martedì, cominciando dalle due persone finite in carcere. Tra i 20 ai domiciliari, oltre Pittella, anche il commissario straordinario della Asl di Bari, Vito Montanaro, il docente universitario barese Agostino Meale, i vertici di altre aziende sanitarie lucane e i tre «vincitori» del concorso da dirigenti: uno dei quattro concorsi che, nella ricostruzione della Procura di Matera, sarebbero stati truccati con un accordo suggerito dal governatore, le cui direttive - scrive il gip - «sono sempre mediate» da altre persone e costituirebbero «il suggello» di accordi illeciti.

Quinto, emerge dalle indagini della Finanza, puntava al posto di direttore generale della Ausl unica lucana che sarebbe dovuta nascere dopo la riforma immaginata da Pittella. Tuttavia il manager di Montalbano Jonico, considerato il perno dell’inchiesta, aveva un piede anche in Puglia: ha fatto parte del Comitato di verifica del Policlinico di Bari, di cui negli scorsi mesi è stato tra i candidati per la successione al dg Vitangelo Dattoli. Anche Meale ha avuto un ruolo, non secondario, nella sanità pugliese, avendo fatto parte della commissione che ha predisposto l’ultimo albo regionale dei direttori generali delle Asl, utilizzato da Emiliano per le sue ultime scelte.

Il filo conduttore di tutto questo, a livello giudiziario, è proprio Quinto con i suoi interventi sul professore dell’Università di Bari per favorire il figlio Giuseppe, laureato in Giurisprudenza in quattro anni e un semestre con cinque esami in sei giorni. Proprio questo è il motivo dello sfogo della Benedetto: «Però veramente, se il figlio veramente... Ma io provo ammirazione per le persone brave! Siccome io so i mezzucci. Cioè: una cosa allucinante, cioè è il mio cruccio. Ma così, ma questo come farà? Andrà sempre avanti così». Con quello scambio di favori che ha indotto la Procura a contestare a Quinto e a Meale l’ipotesi di corruzione: l’aiuto al figlio Giuseppe in cambio di incarichi legali. «Verrà utilizzato dagli altri per ottenere quello che può ottenere attraverso il padre. Poi lui lo introdurrà negli ambienti giusti».

A Bari, intanto, la Regione deve risolvere il problema della Asl più grande del Mezzogiorno, ancora una volta decapitata per via giudiziaria. Montanaro è stato sospeso in base alla legge Severino, e le funzioni sono passate a interim al direttore amministrativo Gianluca Capochiani. La prossima settimana la commissione di valutazione consegnerà al presidente Emiliano le terne degli idonei alla nomina dei direttori generali (Bari era tra le Asl commissariate per scadenza dei mandati), Montanaro era (ed è) tra i candidati: «Valuteremo bene la sua posizione», dicono dalla presidenza in riferimento all’accusa di abuso d’ufficio e concorso in rivelazione di segreto che lo ha portato ai domiciliari per aver contribuito a truccare la graduatoria del concorso da dirigente a favore del suo collaboratore Luigi Fruscio (pure lui arrestato). Negli ambienti della sanità pugliese, oltre che in Regione, Montanaro gode di grande stima ed è accreditato di un ottimo lavoro alla guida della Asl. Anche Fruscio è considerato un dirigente competente, nonostante la Regione lo avesse recentemente escluso dall’albo dei direttori amministrativi per mancanza di requisiti. La linea di Emiliano sul punto è chiara: niente indagati. Tuttavia gli idonei alla nomina si contano sulle dita di una mano, e il tempo stringe.

m.s.

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