“Senti a me, ora conto fino a 3 e se non fai quello che ti ho detto, prendo una pietra. Ora fai… sennò non ve ne usciti oggi da qua. I patti erano che… Digli che lo deve… altrimenti prende mazzate, dobbiamo usare la frusta”. E’ un viaggio nell’aberrazione dove i punti sospensivi sostituiscono le pretese impubblicabili, l’inchiesta che ha portato prima all’arresto e ora alle condanne di primo grado di 4 giovani di Monte Sant’Angelo riconosciuti colpevoli di violenza sessuale di gruppo ai danni di 2 uomini affetti da insufficienza mentale. “Con violenza e minaccia e abusando delle condizione di inferiorità psichica” delle parti offese, recita il capo d’imputazioni, gli imputati le avrebbero costrette a fare sesso sulla spiaggia di Ippocampo, vicino Manfredonia, la sera dell’11 ottobre 2024. Tutto filmato con un telefonino, con i video diventati la prova regina. La notizia è stata diffusa dai carabinieri lo scorso 20 dicembre dopo il verdetto del gup Rita Benigno che tenuto conto della riduzione di un terzo delle pene prevista dal rito abbreviato ha inflitto complessivi 28 anni e 4 mesi di reclusione.
Otto anni a Matteo Miucci, ventunenne; 7 anni a Francesco Matteo Pio Facciorusso, ventenne; 6 anni e 8 mesi a testa a Antonio Ferrantino, ventunenne e Michele Prencipe, venticinquenne. I 4 giovani si dicono innocenti. La difesa farà appello: sostiene che non ci fu alcuna minaccia; che i rapporti tra le 2 parti offese furono consensuali. I legali sollecitavano assoluzioni; in subordine condanne ridotte al minimo visto anche il comportamento processuale degli imputati che hanno anche risarcito le parti offese. I 4 montanari furono arrestati dai carabinieri su ordinanze in carcere il 31 ottobre 2024 i primi due; il 10 dicembre successivo gli altri due; da tempo sono agli arresti domiciliari.
“Dai video emerge un quadro probatorio surreale” scrisse il gip Odette Eronia nel provvedimento di cattura “in cui si vede la parte offesa che in virtù della sua condizione di vulnerabilità è costretta a subire violenze sessuali, fisiche e verbali fino allo sfinimento, alle lacrime. Le frasi discriminatorie quasi tutte in dialetto usate dal branco durante sono da definire disumane e che incitano alla violenza”.
“La sera dell’11 ottobre 2024 Miucci e suoi amici che non conosco” la prima denuncia della vittima “mi dissero di mettermi vicino a un cespuglio sulla spiaggia di Ippocampo. Senza motivo iniziarono a picchiarmi dicendomi: ‘fr..., muori, vai a impiccarti’. Poi non ricordo più nulla perché sono svenuto”. Cosa fosse successo lo rivelò ai carabinieri un parente della parte offesa: “m’ha raccontato d’essere stato obbligato a denudarsi e farsi toccare; se avesse rifiutato sarebbe stato picchiato. C’è un video”. Gli investigatori su decreto del il 18 ottobre 2024 sequestrarono i telefonini di Miucci e Facciorusso, i primi a essere arrestati 13 giorni dopo. Sarebbero stati girati da Facciorusso; “immortalavano la vittima costretta a subire atti sessuali”. I frame da cui emerse il coinvolgimento della seconda parte offesa, e gli audio sono agghiaccianti su ciò che i due uomini furono costretti a fare e subire su ordine dei sospettati.
Il 20 ottobre - due giorni dopo perquisizioni e sequestri di telefonini - una persona rimasta anonima avvisò un familiare della parte offesa che “sarebbe successo un casino se non fosse stata ritirata la denuncia. Tanto spiegherebbe” scrisse il gip nell’ordinanza cautelare “il timore e la ritrosia della vittima che già in un primo momento s’era limitata a riferire solo una parte degli avvenimenti non facendo menzione delle condotte sessualmente esplicite, forse anche per vergogna. Rimise così la querela affermando addirittura d’aver mentito e di essere stato consenziente. Affermazione cui non può darsi credito perché dai video si nota che la vittima viene picchiata mentre piangeva e costretta dal gruppo, anche in ragione della sua vulnerabilità, a fare ciò che non vuole”. Interrogata poi dal pm, la parte offesa ammise quanto aveva dovuto subire e spiegò: “dopo la prima querela sono stato minacciato di morte, come miei familiari”.















