Chieste dalla Procura 8 condanne per complessivi 51 anni e 4 mesi di carcere, con pene da 5 a 9 anni e 4 mesi, nel processo abbreviato ad altrettanti foggiani arrestati dalla squadra mobile nel blitz del 20 dicembre e accusati a vario titolo di tre rapine. Oggetto del processo il colpo alla gioielleria “Piccole Gioie” di via Arpi il pomeriggio del 30 novembre 2023 che fruttò un bottino ingente pur se non quantificato nel capo d’imputazione, di cui rispondono 4 imputati; il raid alle Poste del rione Candelaro la mattina del 31 gennaio 2024 con bottino di 924 euro in contanti e un assegno da 13mila euro, reato contestato a 4 persone; l’aggressione con pestaggio di un impiegato la sera del 13 febbraio nella sala-slot “Big Bilionaire” con bottino di 7mila euro, imputata a 3 foggiani.
La requisitoria - Tenendo conto della riduzione di un terzo prevista dal giudizio abbreviato, il pm Enrico Infante ha chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di Santuccio Bevilacqua, trentacinquenne accusato delle 3 rapine; 9 anni per il coetaneo Carlo Federico Rotunno, imputato dei colpi a Poste e sala-scommesse; 8 anni per Enea Bramante, ventiseienne per il raid in gioielleria; 5 anni a testa per Luigi Mondelli, trentacinquenne; Danila Ariostini, quarantatreenne (entrambi per il colpo alle Poste); il figlio di quest’ultima, Claudio Pesante, ventenne (raid in sala-slot); Aldo D’Angelo, cinquantaduenne, accusato di concorso nella rapina in gioielleria. La Ariostini è a piede libero, i coimputati detenuti in carcere e/o ai domiciliari. Nelle prossime udienze spazio alle arringhe degli avv. Manuela La Cava, Luigi Marinelli, Ettore Censano, Paolo Ferragonio, Rosario Marino, Maria Palmieri che chiederanno assoluzioni e/o pene ridotte al minimo; poi il gup Odette Eronia pronuncerà la sentenza di primo grado.
Confessioni parziali - Prima della requisitoria Bevilacqua in dichiarazioni spontanee ha ammesso la rapina alle Poste e negato il coinvolgimento negli altri 2 colpi. Rotunno nell’interrogatorio ha a sua volta confessato d’aver preso parte all’irruzione nell’ufficio postale, ed escluso d’aver progettato il blitz alla sala-slot. Nella precedente udienza del 16 giugno la Ariostini negò d’aver fatto da basista in occasione della rapina alle Poste.
Video e intercettazioni – L’accusa poggia su intercettazioni e filmati delle rapine. Bevilacqua, Bramante, Mastrullo e D’Angelo rispondono dell’irruzione nel negozio “Piccole gioie” dove 3 banditi a volto coperto e armati di pistola s’impossessarono di anelli, collane, bracciali. Nella ricostruzione accusatoria, D’Angelo avrebbe guidato la “Volvo” usata dalla banda; Bramante avrebbe fatto da palo, dopo che qualche ora prima insieme a Bevilacqua e Mastrullo aveva parcheggiato 2 auto nei pressi della gioielleria in modo che i rapinatori potessero poi posteggiare la “Volvo” da utilizzare per la fuga.
Il ruolo della donna - Del colpo alle Poste rispondono Bevilacqua, Mondelli, Rotunno in quel periodo ai domiciliari per altre vicende, e la compagna Danila Ariostini. Secondo pm e investigatori, i 3 uomini travisati e armati di pistola irruppero nell’ufficio postale, intimarono a impiegati e utenti di non muoversi, si fecero aprire le casse ma dovettero accontentarsi di meno di mille euro per l’impossibilità di svaligiare la cassaforte con apertura a tempo. La Ariostini avrebbe effettuato una ricognizione alle Poste, dando il segnale di via libera ai complici.
Dipendente picchiato - Bevilacqua e Rotunno sono infine accusati in concorso con Pesante della rapina alla “Big Bilionaire”; 4 persone a volto coperto e con pistole, picchiarono un dipendente con calci e pugni e si impossessarono di 7mila euro e del portafogli dell’impiegato. Pesante è ritenuto uno degli esecutori; mentre Bevilacqua e Rotunno sono coinvolti anche in questo raid perché intercettati nei giorni precedenti quando, transitando con l’auto in via Crispi, avrebbero individuato nella sala-slot l’obiettivo da svaligiare. Accuse che ieri in aula i 2 foggiani hanno respinto, confessando invece d’aver partecipato alla rapina alle Poste.