Sabato 06 Settembre 2025 | 00:09

Massacrò anziana di botte e fuggì nudo: a S.Giovanni Rotondo la ricostruzione dei carabinieri in aula

 
Redazione Foggia

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Massacrò anziana di botte e fuggì nudo: a S.Giovanni Rotondo la ricostruzione dei carabinieri in aula

A processo il quarantacinquenne Fabio Carinci con problemi psichici, accusato dell’omicidio aggravato da crudeltà e dalla minorata difesa della compaesana Rachele Corvino, 81 anni, vedova

Sabato 10 Maggio 2025, 12:21

12:25

SAN GIOVANNI ROTONDO - La prima pattuglia dei carabinieri intervenne dopo la segnalazione al 112 di un uomo nudo in strada. Quando i militari giunsero sul posto, trovarono “un bagno di folla” che inveiva contro Fabio Carinci col corpo sporco del sangue della vittima. Inizialmente era collaborativo, ma quando si rese conto che i militari lo volevano far salire in auto, andò su tutte le furie, gridò, sferrò pugni, calci e testate; con non poca difficoltà i carabinieri (nel frattempo era giunta una seconda pattuglia) riuscirono a farlo entrare nella macchina, mentre alcune delle persone presenti in strada urlavano dicendo che l’uomo appena fermato aveva aggredito e ammazzato un’anziana. Le fasi dell’arresto di Fabio Carinci sono state ricostruite ieri mattina nell’aula della corte d’assise di Foggia nella seconda udienza di un processo al quarantacinquenne di San Giovanni Rotondo con problemi psichici, accusato dell’omicidio aggravato da crudeltà e dalla minorata difesa della compaesana Rachele Corvino, 81 anni, vedova, massacrata di botte la tarda mattinata del 25 maggio 2024 nel garage della palazzina di via Sergente Padovano dove viveva ed era appena rientrata dal pranzo a casa della figlia. Non conosceva l’imputato la cui furia omicida si abbatté su di lei.

Carinci confessò; disse che sentiva voci che gli dicevano d’essere uno strumento di Padre Pio mandato a eliminare la presenza demoniaca da alcune persone. La consulenza psichiatrica disposta durante le indagini dalla Procura ha accertato che il presunto omicida era incapace d’intendere e volere al momento del delitto in quanto soffriva di “psicosi indotta da droga e alcol in un disturbo borderline di personalità con delirio mistico e allucinazioni”; ne è stata accertata anche la pericolosità sociale. L’incapacità di intendere comporta il proscioglimento; e la pericolosità sociale la misura di sicurezza del ricovero in una “rems”, struttura che ha sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Carinci anche ieri ha rinunciato a essere presente in aula. Arrestato nell’immediatezza del delitto, fu piantonato per 3 giorni nel presidio psichiatrico dell’ospedale di San Severo; trasferito nel reparto psichiatrico del carcere di Lecce; da tempo è in una “crap” (comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica) in provincia di Potenza, dove ha cominciato a curarsi.

Ieri in aula era fissato l’interrogatorio dei primi 4 testi d’accusa: carabinieri che intervennero nell’immediatezza del delitto e arrestarono con non poche difficoltà Carinci, accusato anche di aver opposto resistenza. Il pm Anna Landi; il difensore, avv. Emiliano D’Onofrio; gli avv. Raffaele e Gianfranco Di Sabato costituiti parte civile per i familiari della Corvino hanno concordato di acquisire agli atti del processo relazioni di servizio e verbale d’arresto, per cui non c’è stato bisogno di interrogare gli investigatori.

Per quanto ricostruito dall’accusa Carinci il giorno del delitto uscì di casa nudo; si bagnò nella piscina gonfiabile di un’abitazione vicina; cercò di fare irruzione nell’appartamento di una donna venendo respinto dai familiari; quindi sfondò a calci il portone della palazzina di via Sergente Padovano dove aveva appena visto la Corvino entrare; la aggredì nel garage al pianoterra massacrandola di botte; uscì insanguinato, venendo arrestato da due pattuglie dei carabinieri mentre decine di persone inveivano contro di lui. “Ho iniziato una piccola guerra contro il demonio, decidendo chi doveva vivere e chi morire: la vittima una volta purificata tornerà in vita” confessò due giorni dopo al gip nell’interrogatorio di convalida dell’arresto.

Prossima udienza il 4 luglio per interrogare altri 3 testi, tra cui madre e compagna dell’imputato che aiutava la convivente a gestire un’attività di toilette per cani. L’avv. D’Onofrio ha già anticipato la disponibilità ad acquisire tutti gli atti d’indagine, testimonianze e consulenza psichiatrica, senza necessità di ascoltare i testi.

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