La Giustizia presenta il conto ai fratelli Massimiliano e Federico Russo, foggiani già noti alle forze dell’ordine, rei confessi, condannati in via definitiva a 12 anni a testa per omicidio preterintenzionale per aver massacrato di botte e ucciso a novembre 2015 al palazzo ex Onpi di Corso del Mezzogiorno il vicino di casa Giuseppe Dell’Accio, 52 anni, “colpevole” ai loro occhi d’aver agevolato la relazione extraconiugale tra un suo amico e una familiare dei due imputati. Agenti del gruppo Falchi della squadra mobile hanno arrestato all’Onpi Massimiliano Russo, cinquantenne, sospettato anche d’essere affiliato alla “Società foggiana”.
I poliziotti hanno eseguito l’ordine di carcerazione della Procura generale di Bari, firmato dopo che la Cassazione il 13 marzo ha rigettato il ricorso difensivo e reso definitiva la condanna a 12 anni di Massimiano Russo e del fratello Federico di 48 anni. A quest’ultimo il provvedimento verrà notificato nei prossimi giorni in carcere a Perugia: è detenuto dal 17 febbraio 2022 quando fu arrestato, e successivamente condannato in primo grado a 6 anni e mezzo, per un attentato dinamitardo del precedente 9 gennaio al pub Poseidon.
Dell’Accio fu ricoverato la sera del 28 novembre 2015 nell’immediatezza del pestaggio, quando però ai medici disse d’essere stato investito da un’auto pirata. Fu dimesso dopo 4 giorni, la mattina del 2 dicembre; qualche ora dopo si sentì male a casa, svenne nel bagno, fu trasportato d’urgenza al pronto soccorso dove morì alle 23 per la rottura della milza. Il giorno dopo una telefonata anonima al 113 segnalò che il decesso non era a causa di un incidente stradale, ma per le botte ricevute.
Le indagini della squadra mobile portarono alla denuncia dei 2 imputati, rimasti a piede libero. Dell’Accio riferì a alcuni familiari che lo dissero poi ai poliziotti, d’essere stato picchiato. Stando al racconto dell’uomo, Federico Russo lo incrociò nell’atrio del palazzo ex Onpi e gli disse: “tu eri mio amico e dovevi dirmi i fatti come stavano; me lo dovevi dire prima, no che io lo sono venuto a sapere. A me questa cosa mi dà fastidio, mi hai tradito”; poi insieme al fratello Massimiliano lo pestò. “Vedi un po’ per colpa loro come sto combinato” disse Dell’Accio in famiglia: “come mi hanno conciato. Che c’entro io? Che è mia la colpa?”. Secondo l’accusa, movente dell’omicidio la convinzione degli imputati che la vittima avesse favorito una relazione tra un suo amico e una parente dei Russo.
A gennaio 2020 i due fratelli furono rinviati a giudizio, insieme a 8 medici ospedalieri accusati di omicidio colposo per un presunto ritardo nel diagnosticare la rottura della milza. La corte d’assise il 12 maggio 2023 assolse gli 8 medici e inflisse 20 anni ai Russo; il pm chiedeva 18 anni per i due fratelli, e 1 anno per ogni medico. La sorella di Dell’Accio si costituì parte civile con l’avv. Paolo Ferragonio. In corte d’assise d’appello a Bari il 25 settembre 2024 i fratelli Russo ammisero in aula, chiesero scusa ai familiari della vittima, beneficiarono delle attenuanti generiche negate in primo grado, e la pena fu ridotta a 12 anni. Contro questa sentenza gli avv. Andrea Castronovi (per Massimiliano Russo), Giulio Scapato e Antonietta De Carlo (per Federico Russo) ricorsero in Cassazione parlando di errato calcolo della pena da infliggere, da ridurre quindi di qualche mese. Ricorso respinto; condanna definitiva e conseguente ordine di carcerazione che ha riportato in cella Massimiliano Russo.
Volto già noto alle cronache giudiziarie il suo. Fu fermato il 24 settembre 2017 con un altro presunto mafioso per il racket al mercato del venerdì per aver preteso dai titolari delle bancarelle del mercato settimanale un pizzo di pochi euro. Nuovo arresto il 16 novembre 2020 nel blitz “Decimabis” contro la mafia del pizzo contrassegnato da 44 ordinanze cautelari: fu scarcerato dopo pochi giorni dal Tribunale della libertà. Il 25 ottobre 2023 il Tribunale di Foggia nella tranche foggiana del processo “Decimabis” condannò 12 foggiani, e inflisse a Russo 11 anni per mafia. A dire del pentito Patrizio Villani, killer del clan Sinesi/Francavilla, Russo inizialmente era contiguo ai Sinesi/Francavilla, poi si era avvicinato a un esponente del clan rivale Moretti/Pellegrino/Lanza. Russo si dice innocente; il processo d’appello si sta celebrando a Bari.