TORREMAGGIORE - Poco più di un anno fa la procura della repubblica di Foggia, in seguito ad una circostanziata denuncia presentata dai familiari, avevano ordinato la riesumazione delle salme di quattordici pazienti dell'Hospice di Torremaggiore per effettuare esami tossicologici più approfonditi e cercare le cause di una serie di decessi avvenuti in brevissimo tempo. Il sospetto dei familiari era quello di una morte provocata da un infermiere della casa di riposo (il dipedente fu poi trasferito) attraverso l'utilizzo del Midazolam, un farmaco sedativo utilizzato soprattutto per i malati terminali.
A distanza di oltre un anno dall'apertura dell'inchiesta tuttavia, la procura di Foggia ha chiesto l'archiviazione dell'indagine a carico dell'infermiere di Torremaggiore dopo la consegna delle consulenze tecniche da parte dei periti nominati dalla magistratura foggiana. In tre casi, infatti, i periti non hanno riscontrato traccia alcuna del farmaco incriminato; in un solo caso, il medicinale, presente, era regolarmente previsto nel piano terapeutico del paziente poi deceduto. In tutti gli altri casi, invece, i periti hanno sì riscontrato tracce del farmaco, ma non “stimabili” in quantità tale da determinare il decesso di una persona. L'avviso di archiviazione è stato notificato alle diverse parti offese individuate (quasi tutti figli e familiari degli anziani deceduti) che tuttavia potrebbero opporsi alla richiesta dei magistrati, rimettendo la decisione al GIP in Camera di consiglio. L'udienza è prevista nelle prossime settimane. L’ipotesi di accusa nei confronti dell'infermiere era quella di aver somministrato impropriamente ai pazienti il Midazolam. L'infermiere ha sempre respinto le accuse dichiarandosi innocente sin dalle prime battute del procedimento.