SAN GIOVANNI ROTONDO - Una furia cieca durata 10 minuti si è abbattuta su Rachele Covino, massacrata nel garage di casa da un uomo che da qualche giorno sentiva le voci; convinto di combattere una guerra contro il demonio, decidendo chi doveva salvare e chi doveva morire; e che la donna uccisa una volta purificata sarebbe tornata in vita. È lo scenario di morte e follia in cui è maturato l’omicidio di Rachele Covino, 81 anni, assassinata nel primo pomeriggio del 25 maggio al pianoterra della palazzina di via Sergente Padovano dove viveva a San Giovanni Rotondo. Di omicidio aggravato da crudeltà e minorata difesa della vittima oltre che di resistenza e lesioni ai carabinieri che l’hanno bloccato nudo e sanguinante in strada, è accusato Fabio Carinci, 43 anni, addestratore di cani, detenuto nel reparto psichiatrico del carcere di Lecce.
Ipotizzabile che possa essere disposto un accertamento di natura psichiatrica per accertare se l’indagato sia capace d’intendere e volere e se sia pericoloso socialmente. Carinci non era in cura, ma da qualche giorno pare avesse confidato a chi gli è vicino di sentire delle voci dentro di sé e di sentirsi stanco. Si vedrà se il pm Anna Landi nominerà un consulente che visiti il detenuto e lo sottoponga a test; o chiederà al gip di disporre una perizia psichiatrica, e in questa eventualità se ne darà avviso al difensore d’ufficio l’avv. Pierpaolo Ferrandino, e agli avv. Raffaele Di Sabato e Gianfranco Di Sabato legali dei familiari della vittima, per dar la possibilità di nominare propri consulenti.
Le telecamere nella palazzina teatro dell’aggressione hanno filmato il ritorno a casa della Covino alle 13.40; l’arrivo di Carinci che ha sfondato il portone pochi secondi dopo; l’uscita del sospettato dopo 10 minuti dal garage al piano terra dello stabile. Stando alla ricostruzione dell’accusa, Carinci uscito di casa con i soli box ha tentato di entrare in un’abitazione...