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Foggia, prestiti ad usura per la droga e per consumare alcolici

Foggia, prestiti ad usura per la droga e per consumare alcolici

 
redazione foggia

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Foggia, prestiti ad usura per la droga e per consumare alcolici

Due arresti dietro le storie di ordinaria disperazione

Mercoledì 10 Aprile 2024, 14:12

Uno chiese 105 euro per comprare la droga; l’altro 200 euro per pagarsi da bere in un locale. C’è una storia di modesti prestiti dietro l’arresto eseguito dagli agenti della sezione narcotici della squadra mobile di 2 foggiani per usura, tentata estorsione, evasione. Il gip Marialuisa Bencivenga su richiesta dei pm Rosa Pensa e Vincenzo Bafundi ha firmato le ordinanze cautelari: carcere per Maurizio Procaccini, 38 anni, già detenuto per altre vicende; domiciliari per Michele Verderosa, trentenne. Procaccini risponde di 2 episodi di usura, tentata estorsione, evasione dai domiciliari cui era sottoposto all’epoca dei fatti datati gennaio/febbraio 2023; Verderosa è accusato di concorso in tentata estorsione a uno dei debitori, e concorso in usura alla seconda parte offesa. Nelle prossime ore indagati saranno interrogati dal gip; “Procaccini renderà dichiarazioni spontanee, chiarendo tutto” anticipa il difensore, l’avv. Fortunato Rendiniello; “preferisco non rilasciare commenti al momento, attendiamo l’interrogatorio di garanzia” dice l’avv. Maria Morelli, legale di Verderosa.

L’accusa poggia su intercettazioni e testimonianze. Procaccini a fine gennaio 2023 avrebbe versato a un giovane in un paio di giorni 105 euro in tre tranche, concordando che entro 48 ore avrebbe ricevuto 800 euro con un tasso del 242%. Fu il debitore a chiedere a Procaccini 50 euro, promettendo che “entro pochi giorni te ne do 250, 5 volte tanto”, lasciando in pegno carte d’identità e patente. La curiosità è che Procaccini si rivolse a un familiare per avere i 50 euro da prestare.

L’accusa di tentata estorsione è basata sulla presunta visita di Verderosa su incarico di Procaccini a casa del debitore: avrebbe parlato al citofono con la madre della vittima, avvertendola che se non avesse pagato, avrebbe ucciso il figlio. “Mio figlio è tossicodipendente” la testimonianza della donna: “quando non ha soldi per pagare la droga, lascia in garanzia la carta d’identità e la riprende quando estingue il debito. Chi citofonò chiedendo 800 euro mi disse: ‘per pochi soldi che devo fare, lo devo uccidere?’ Mio figlio mi spiegò che avremmo dovuto dare i soldi a questa persona perché apparteneva a gente che aveva ammazzato un tizio, che non so chi fosse. Suggerii a mio figlio di offrire ai creditori 200 euro per saldare il debito”.

“Ai primi di febbraio 2023 chiesi in prestito 100 euro e poi altri 100 per acquistare bevande al locale, dovevo bere; lasciai in pegno i documenti d’identità con l’intesa che entro 7 giorni avrei restituito i 200 euro, ma lo feci con tre giorni di ritardo” la versione del secondo debitore individuato dai poliziotti. Anche in questo caso fu la madre a trattare. “Il 13 febbraio 2023” il racconto della donna “incontrai in piazza Cavour 2 sconosciuti per restituire i soldi che mio figlio prese in prestito da uno di loro. Diedi loro 200 euro: la sera prima fui contattata al citofono, mi fu detto dove ci saremmo visti l’indomani. Mai successa una cosa del genere prima, ero sconvolta e volevo risolvere subito”. La donna escluse d’aver consegnato ulteriori 100 euro chiesti dai creditori sul presupposto che il debito fosse lievitato da 200 a 300 euro per il ritardo nel saldarlo. I documenti furono poi restituiti al debitore.

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