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Grano duro, nove comuni foggiani approvano la petizione della Cia

 
Redazione online

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Grano duro, nove comuni foggiani approvano la petizione della Cia

Il 12 luglio è prevista una manifestazione a Foggia

Lunedì 10 Luglio 2023, 10:23

13:03

FOGGIA - Sono nove i comuni in provincia di Foggia ad aver approvato con appositi ordini del giorno la petizione lanciata dalla Cia agricoltori italiani a sostegno "grano duro italiano e dell’autenticità della filiera grano-pasta italiana». Si tratta di Lucera, Torremaggiore, Troia, Casalnuovo Monterotaro, Chieuti, Roseto Valfortore, Alberona, Serracapriola, Castelluccio dei Sauri. In tutto in Puglia sono 23 i comuni ad aver approvato la sottoscrizione, che ha raggiunto oltre 50mila firme a livello nazionale.

Attraverso le loro massime assise cittadine hanno detto no "alle speculazioni commerciali sulla pelle dei produttori e dei consumatori; a chi spaccia falso grano estero piazzandolo come italiano; all’arrivo indiscriminato sul territorio italiano di grani stranieri, no a chi non vuole riconoscere i costi minimi di produzione ai cerealicoltori, no alle frodi che rovinano l'immagine di un prodotto simbolo dell’Italia. Si a maggiori controlli sull'etichettatura, si alla istituzione della Cun (Commissione unica nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, si al potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria, si al Registro telematico dei cereali con avvio immediato.

«Il Governo, se vuole mantenere realmente la nostra sovranità alimentare, deve prendere seriamente atto di quello che sta accadendo e deve prendere in considerazione le nostre proposte, spiega Gennaro Sicolo, presidente Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani. Per questi motivi, il 12 luglio, alle ore 10, abbiamo convocato a Foggia una manifestazione porterà davanti alla sede della Camera di commercio i cerealicoltori di tutta la Puglia», conclude Sicolo.

Coldiretti Puglia: «8 navi stanno scaricando grano estero»

Sono otto le navi provenienti dall’estero che «stanno scaricando grano nei porti pugliesi da quello di Bari fino a Barletta, proprio quando la trebbiatura si avvia alla conclusione in Puglia». A denunciarlo è Coldiretti Puglia.
L’organizzazione di categoria mette in evidenza che «gli agricoltori pugliesi che hanno speso per produrre grano fino a 300 euro ad ettaro in più, rispetto ai periodi pre-conflitto in Ucraina, mentre la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Italia».

«L'inaccettabile taglio dei compensi ha fatto scendere i prezzi del 40% rispetto allo scorso anno. Non è accettabile - afferma Coldiretti - che di fronte all’aumento del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat a giugno pari al 12%, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato appena 33 centesimi al chilo agli agricoltori che per potersi permettere anche solo un caffè devono vendono ben 4 chili di frumento. I ricavi - afferma la Coldiretti pugliese - non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese con il rischio di abbandono di buona parte del territorio».

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