FOGGIA - Nuovo allarme per l'accoglienza dei migranti, potrebbero arrivarne fin troppi quest'anno in Capitanata con destinazione le baraccopoli di borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, i più popolosi, "non luoghi" notoriamente dalle porte girevoli, c'è chi entra e chi esce a suo piacimento, anche i controlli delle autorità scarseggiano.
Ma ora la situazione potrebbe peggiorare. Il sindacato Usb parla di «bomba sociale» che potrebbe abbattersi sulla Puglia e in particolar modo sulla Capitanata, terra di ghetti (una decina), se venisse approvato dal governo il cosiddetto “Decreto Cutro” che prevede l’abolizione della protezione speciale per i migranti con l’abolizione dei permessi di soggiorno. Il sindacato lancia un appello al prefetto di Foggia e ai parlamentari pugliesi affinché «fermino», per quanto ognuno nelle proprie prerogative e responsabilità, quella che il sindacato definisce una “follia istituzionale”: «L'eventuale approvazione del decreto e la conseguente abolizione della protezione speciale rischia di avere serie ripercussioni sul territorio pugliese: la mancata concessione e la revoca dei permessi di soggiorno si tradurrà in una migrazione nella migrazione, con decine di migliaia di migranti sparsi in tutt'Italia». I migranti senza più protezione speciale, di fatto clandestini sul territorio italiano, non potrebbero avere altra scelta che rifugiarsi nella provincia più accogliente che ci sia, lo dice ormai una storia trentennale sull'argomento. «Non avranno altra alternativa che finire nei ghetti del foggiano».
«L'esplosione demografica dei ghetti - aggiunge il sindacato - sarà l'unico effetto concreto perchè la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo non possono comunque essere espulsi per la mancanza degli accordi di riammissione con i paesi di origine: per loro l'emarginazione, lo sfruttamento e il caporalato delle campagne sarà l'unico appiglio a cui aggrapparsi per sopravvivere. Anche i 110 milioni di euro stanziati dal Pnrr (piano nazionale ripresa e resilienza: ndr) per il superamento degli insediamenti rurali in Puglia non serviranno a nulla perchè i destinatari di questi progetti saranno probabilmente solo i lavoratori dotati di regolare permesso di soggiorno e contratto, che già sono una minoranza nei ghetti e ai quali il governo con questo provvedimento si appresta a revocare anche a loro i documenti, ricacciandoli nella marginalità e nell'indigenza più totale».
Una situazione a dire dell’Usb peggiorata «dopo l’abolizione della protezione umanitaria nel 2018: abbiamo visto i ghetti del Foggiano crescere in maniera esponenziale e in questi anni, anche grazie all’istituto della protezione speciale, in molti casi i braccianti sono riusciti a emanciparsi dal fango e dalle baracche, ottenendo un contratto di lavoro o di affitto: ora rischiamo di tornare indietro, invece di andare avanti. Da parte nostra lavoreremo in questi giorni a costruire momenti di confronto con i lavoratori nei ghetti, per portare centinaia di braccianti foggiani il 28 aprile a Roma in occasione della manifestazione convocata fuori il parlamento dalle realtà autorganizzate dei migranti per protestare contro questo provvedimento, prima che venga convertito in legge».