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Foggia, la visita all'Asl? Non si può: «C'è il Covid, venga da me»

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

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Il medico convenzionato alla paziente: «Vada in uno studio privato»

Mercoledì 02 Novembre 2022, 13:28

FOGGIA - Le nuove normative (relative al Covid, si suppone) riducono il numero dei pazienti che possono accedere alle cure odontoiatriche. Si consiglia così di far eseguire le cure presso una struttura privata. Così scrive il medico convenzionato con l'Asl di Foggia su tanto di carta intestata a una paziente che, incredula, confidava nel servizio sanitario nazionale per poter affrontare in una struttura pubblica e garantita qualche problemino di salute. La signora avrebbe infatti necessità di una terapia parodontale, procedura abbastanza di routine per un ambulatorio odontoiatrico al quale si è rivolta. Ma il medico per tutta risposta, dopo un primo esame della situazione l'ha rispedita al mittente, o meglio le ha consigliato di «rivolgersi a una struttura privata». Come se l'Asl non sia in grado di assolvere alla sua funzione primaria che è appunto quella di prendere in carico i pazienti cittadini-contribuenti, offrire loro le cure necessarie sia pure nel possibile delle limitazioni di un servizio molto spesso giudicato non impeccabile dagli utenti.

E comunque siamo, nella fattispecie, nella sfera del possibile. La signora aveva pensato di rivolgersi all'Asl confidando che il Servizio sanitario nazionale potesse alleviarla da spese mediche destinate a ben altri problemi più gravi. Ma dal dentista - si dirà - ci si rivolge quasi sempre al privato. «Perchè non al pubblico?», si è chiesta l'indomita signora. La risposta l'ha fornita risolutamente l'ineffabile medico che non ha neanche visitato la malcapitata paziente. Appellandosi al Covid, o meglio facendo riferimento alle limitazioni che fino a ieri per la verità impedivano o contingentavano al massimo l'accesso nelle strutture pubbliche. Il medico non cita espressamente la legge a cui fa riferimento, nè cita la pandemia come impedimento sia pur legittimo (ma se siamo al punto che il governo abolisce persino l'obbligo di mascherina nelle strutture mediche e negli ospedali, anche certe limitazioni decadono). «Data l'impossibilità ad eseguire - scrive così il medico - queste prestazioni in una struttura pubblica per le nuove (nuove?) normative in vigore che riducono il numero di pazienti che possono accedere alle cure odontoiatriche...».

Postilla finale, non scritta ma ben ascoltata dalla signora: l'invito del suddetto medico, suggerito sommessamente in un orecchio, a individuare lo studio privato in quello del medico che aveva di fronte. «Non ci sono parole per descrivere una tale sfrontatezza», ha commentato a quel punto l'indignata signora decidendo di rivolgersi alla Gazzetta che ha girato il caso al commissario straordinario Antonio Nigri. «Una vicenda da stigmatizzare senza ombra di dubbio - il suo commento - il dottore in questione è un convenzionato dell’Asl di Foggia, direttamente in carico alla commissione regionale che a questo punto dovrà essere chiamata nel merito per esaminare quanto denunciato dalla signora anche in base a quanto c'è scritto sul referto. Mi riservo dunque - aggiunge Nigri - di rimettere il caso all’attenzione della commissione regionale. Nel contempo - aggiunge il commissario dell'Asl - ho dato mandato ai miei collaboratori di prendere in carico il bisogno di salute di questa signora, affinchè l'Asl possa rimediare all'accaduto destinandola ad altro odontoiatra. Dispiace per l'episodio e per certi atteggiamenti così sfrontati: la prima frontiera del bisogno di salute dei cittadini è proprio la struttura pubblica, dispiace che certi medici non lo capiscano».

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