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Magica Siponto: dal buio dei secoli ecco l’anfiteatro

 
Fulvio Colucci

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Fulvio Colucci

Magica Siponto: dal buio dei secoli ecco l’anfiteatro

La campagna archeologica in provincia di Foggia fa riaffiorare anche case ed edifici medievali. Adesso si spera di ampliare ancor più il parco archeologico con nuove scoperte

Martedì 25 Ottobre 2022, 10:00

FOGGIA - Riaffiora dal buio dei secoli, destando emozione e meraviglia. L’anfiteatro romano di Siponto, meglio dire la sua presenza, «era nota» ricordano gli studiosi che hanno svolto la seconda campagna di scavi in provincia di Foggia. Vederne le vestigia, sia pur parziali, è altra cosa rispetto a ogni ipotesi. È incontrare la storia.

Della costruzione restavano, in realtà, tracce sparse, diffuse, ma non confuse: le strutture erano state riutilizzate in una masseria moderna, ricordano ancora gli esperti. A suffragio della tesi secondo la quale, prima o poi, l’attesa scoperta si sarebbe materializzata agli occhi degli archeologi, anche le progressive indagini aeree e geofisiche.

Mano a mano, insomma, si è usciti dal terreno delle ipotesi. Doveva spuntare, prima o poi, almeno una parte dell’edificio per gli spettacoli costruito in età augustea - quando Siponto visse una intensa stagione edilizia dedicata alle opere monumentali. Gli studiosi, ricostruendo in un comunicato la vicenda, ricordano anche come l’anfiteatro fu abbandonato «verosimilmente» tra il V e il VI secolo dopo Cristo, cioè in età tardo-antica. Diventò una specie di cava dalla quale recuperare materiale edile utile per altre costruzioni. Una sorta di processo di cannibalizzazione che fece fiorire, sulle rovine del monumentale edificio, la città medievale. E il cimitero.

Il rinvenimento, definito «di particolare interesse», ha finito per fornire elementi molto interessanti dal punto di vista materiale. Gli archeologi hanno accertato la conservazione - in due punti diversi - del muro perimetrale dell’anfiteatro «realizzato - è la descrizione tecnica - in una bella opera reticolata, fino a quasi tre metri d’altezza». E c’è una buona notizia: «Diversamente da quanto si poteva temere, il livello di conservazione del monumento è significativo almeno nella parte inferiore del muro di delimitazione e, verosimilmente, anche nella parte inferiore della cavea e dell’arena».

Un anfiteatro era luogo pubblico, fondamentale per la società d’epoca romana. Nei grandi, come nei piccoli centri. Erano quasi sempre costruiti in periferia (Siponto non fa eccezione), sorgevano quasi a ridosso delle mura. La ragione di questa collocazione era duplice: motivi d’ordine pubblico si intrecciavano alla necessità di facilitare l’ingresso a chi giungeva dal contado, dalle campagne e dai centri vicini, ansioso di assistere ai giochi (in particolare quelli gladiatori) e agli spettacoli. Gli archeologi hanno potuto stabilire che l’anfiteatro aveva dimensioni definite «considerevoli»: una lunghezza di circa 78 metri; una larghezza di 68 metri. La capienza era di circa 8mila spettatori.

L’emersione parziale dell’anfiteatro è certo la novità più saliente di questa seconda campagna di scavi, ma non l’unica. Le indagini archeologiche hanno riguardato edifici di epoca medievale, case, magazzini, fosse granarie, sepolture. I lavori di scavo sono stati realizzati nel quartiere prossimo al porto. È emerso un imponente edificio d’epoca federiciana. Nel cuore della città è stata indagata una grande domus medievale, articolata in vari ambienti e dotata di un pozzo.

La campagna di scavi è stata condotta dalle Università di Bari e di Foggia, con la direzione dei professori Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), su concessione del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia (Soprintendente arch. Anita Guarnieri, Funzionario responsabile dott.ssa Donatella Pian), la Direzione Regionale Musei Puglia (Direttore dott. Luca Mercuri, Direttore del Parco Archeologico arch. Francesco Longobardi).

«Al di là delle specifiche e note valenze archeologiche del sito di Siponto - ha commentato la Soprintendente, arch. Anita Guarnieri - l’esperienza di collaborazione tra la Soprintendenza Abap Bat e Foggia, la Direzione Regionale Musei e le due Università coinvolte è testimone del rapporto sinergico avviato tra i vari Istituti da qualche tempo. Ci si augura che tutta l’area e i materiali archeologici rinvenuti possano presto essere valorizzati grazie all’elaborazione di un progetto organico anche».

«La collaborazione trasversale tra Ministero e Università, presupposto per consentire attraverso un dialogo costante, un vivace e costruttivo dibattito scientifico, sta dando ottimi frutti - ha dichiarato il Direttore Regionale Musei Puglia, Luca Mercuri- Questa preziosa riconnessione tra ricerca e tutela sta aumentando conoscenze che saranno fondamentali per le attività di valorizzazione in corso a Siponto, ma anche in vista dell’ampliamento delle aree di visita del Parco».

Ora, infatti, la speranza è che gli scavi futuri consentano di esporre l’intero anfiteatro che potrebbe rappresentare una componente essenziale del parco archeologico, insieme alla basilica paleocristiana, ai quartieri medievali, alla zona portuale e a edifici ancora sepolti e da scoprire.

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