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Foggia, ucciso dall'amianto: Ferrovie condannate a risarcire 200mila euro

 
Redazione online

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Taranto, operaio morì di mesotelioma per colpa dell'amianto: 500mila euro agli eredi

L'operaio morì a 69 anni di mesiotelioma. Il giudice: «Esposto a elevatissime concentrazioni di polveri e fibre disperse nell’ambiente di lavoro»

Martedì 22 Febbraio 2022, 13:25

Foggia - Ucciso dall'esposizione all'amianto, un operaio di Foggia muore e il Tribunale di Roma condanna Rete ferroviaria italiana  a risarcire 200.000 euro alla vedova e ai i due figli.

La storia dell'operaio, morto a 69 anni di mesotelioma da esposizione ad amianto, è semplice quanto triste. Dal 1969 lavorava come aggiustatore meccanico nelle officine grandi riparazioni di Foggia di Rfi. Si occupava della manutenzione dei rotabili ferroviari, motori, tubazioni, cavi elettrici. Dopo 14 mesi gli viene diagnosticato un mesotelioma da esposizione ad amianto.  

La famiglia chiede giustizia: l'uomo aveva lasciato una moglie di 63 anni e due figli, di 37 e 33 anni. Il ricorso viene presentato dagli avvocati Daniela Cataldo ed Ezio Bonanni, quest'ultimo presidente dell'osservatorio nazionale Amianto. La società - riferiscono dall'osservatorio - aveva contestato il ricorso affermando che «solo a partire dalla metà degli anni '70 vi è stata la presa di coscienza circa la pericolosità della esposizione a fibre in amianto». Il giudice Antonella Casoli ha richiamato precedenti sentenze ha ribadito la responsabilità per aver esposto l'operaio «a elevatissime concentrazioni di polveri e fibre di amianto, contenute nei materiali manipolati e comunque aerodisperse nell'ambiente di lavoro». Secondo il giudice, Rfi avrebbe «omesso di mettere a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale, quali mascherine e tute da lavoro e di informare il lavoratore sui rischi connessi all'amianto».

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