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Nicola Simonetti
14 Maggio 2020
FOGGIA - Ossigeno-ozonoterapia per i malati covid-19, una cura che funziona. Il Policlinico Riuniti di Foggia, unico in Puglia, è inserito nella catena di pochi ospedali nei quali è in corso la sperimentazione. Il trattamento ha dimostrato capacità di migliorare la funzionalità polmonare dei pazienti, senza provocare effetti collaterali. Una pratica rispettosa anche dell’ambiente nel quale si effettua riducendo il rischio di contagio del personale sanitario e diminuendo la carica virale ambientale. «L’applicazione - spiega la professoressa Gilda Cinnella, direttore di Anestesia e Rianimazione dei “Riuniti” - è diretta a pazienti nei quali, per l’infezione, è compromesso in particolare l’apparato respiratorio ed è in atto una “tempesta infiammatoria”. Ozono ed ossigeno possono vantare azione di contrasto dell’infiammazione e della patologia specifica polmonare».
«Nei casi finora trattati - continua la professoressa Ciannella - abbiamo registrato un blocco dello scoscendere della malattia verso la gravità e, quindi, è stata evitata la prevedibile necessità di terapia intensiva. Proprio oggi (ieri, ndr) dopo sei sedute - il numero previsto nel protocollo - è stata dimessa dalla nostra unità un’anziana già fortemente candidata al trattamento di emergenza. Si è registrato un blocco nel prevedibile peggioramento, il miglioramento evidente. Altri pazienti sono alla quinta seduta. Tutti mostrano chiari segni di miglioramento. Modalità di trasmissione dell’infezione e suo meccanismo di azione sono altamente disturbati da questa terapia grazie al potere anti-infiammatorio basato sulla liberazione di citochine dotate di attività immunostimolanti o immunodeprimenti. Si è confermata la nostra previsione: la terapia blocca l’azione del virus, riduce la carica virale in modo tale da spegnere il focolaio infettivo ovviando, così, anche al deficit dell’ossigeno e della funzione polmonare».
L’ozono ha attività antibatterica, antivirale, riduzione della capacità ossidoriduttiva con conseguente calo dell’infiammazione e dello stress ossidativo, che a sua volta danneggia cellule e tessuti e interagisce anche col sistema immunitario. «In realtà - aggiunge il direttore generale dei “Riuniti”, Viangelo Dattoli - le origini della ozonoterapia risalgono a circa 130 anni fa ad opera del medico tedesco Christian Schonbe. La terapia fu utilizzata nella Prima guerra mondiale per salvare i soldati dalla cancrena, per accelerare la guarigione, incrementare il flusso sanguigno locale e soprattutto, sfruttare i suoi effetti anti-infiammatori».
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