«Esami di Stato a distanza», questa l’esortazione di docenti e personale Ata del liceo Poerio che lanciano un appello al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e ai sindacati della scuola. Una nota che reca in calce 107 firme affinchè gli esami, così come oggi le lezioni in remoto, si continuino a fare a distanza proprio come già sperimentato con successo dall’università. Terrorizza, in particolare, l’idea di dover restare fermi in aula 6-7 ore di fila nel timore che le persone intorno possano essere possibili focolai di contagio: «Ad oggi la prospettiva preoccupante - si legge - è quella di dover stare fermi in aula per giorni, con mascherine e guanti e con il pensiero costante che le persone attorno a te possano essere contagiose anche se asintomatiche. La situazione sarà ulteriormente peggiorata da un caldo umido insopportabile al quale non si potrà ovviare in alcun modo dato che ventilatori e condizionatori contribuiscono a veicolare il virus». Numerosi gli «elementi di criticità» evidenziati nella nota, non viene esclusa nemmeno l’ipotesi che a giugno, quando gli studenti dovranno sostenere le prove d’esame, si concretizzi l’ipotesi «contagi zero», ad oggi appunto però solo un auspicio: «Sotto il profilo sanitario e in assenza di tamponi e di test sierologici - viene sottolineato - ci si chiede se non sia utopistico supporre che si realizzi, per la metà di giugno, una situazione epidemiologica “a contagio zero”, condizione questa indispensabile per prevedere un colloquio in presenza».
In realtà oggi la speranza lascia il posto alla preoccupazione di un evento che in sè racchiude ancora troppi rischi, appena agli inizi della Fase 2 del piano di uscita (auspicabile) dalla pandemia. Docenti e personale Ata nella nota provano a immaginare lo scenario che potrebbe materializzarsi tra poco più di un mese nelle aule scolastiche, e che in questo articolo proviamo a sintetizzare.
Rischio assembramento: la compresenza in uno stesso ambiente scolastico di più persone (6 Commissari, un Presidente, un candidato e un alunno della stessa classe che, in base alla normativa vigente, deve assistere al colloquio) comporterebbe un evidente rischio di assembramento.
Utilizzo mezzi pubblici: l’utilizzo di mezzi pubblici di trasporto da parte di studenti, commissari, presidenti e personale Ata esporrebbe tutti ad un elevato rischio di contagio.
Difficoltà di comunicazione: l’obbligo di indossare le mascherine e quello di mantenere una distanza di sicurezza interpersonale non inferiore a 1.82 cm (secondo l’Oms) comporterebbero non poche difficoltà di comunicazione fra commissari e candidati.
Sanificazione difficile: la sanificazione periodica ed accurata degli spazi comuni, con particolare attenzione ai servizi igienici, da effettuarsi all’inizio e alla fine della giornata ma anche tra un esame e quello successivo, sarebbe molto difficile da garantire per evidenti difficoltà di carattere organizzativo.
Disponibilità Dpi: la disponibilità di Dpi per chiunque acceda all’edificio scolastico non è detto che possa essere assicurata.
Docenti ultrasessantenni: i docenti italiani sono i più anziani d’Europa. I 60enni e gli ultra 60enni, che si trovano in una fascia d’età a maggior rischio di contagio e di complicanze, quali garanzie avrebbero a tutela della propria salute? A tale proposito il documento tecnico redatto dall’Inail sulle misure di contenimento del contagio da Covid-19 ipotizza l’introduzione della “sorveglianza sanitaria eccezionale” da effettuare sui lavoratori di età superiore ai 55 anni e, in assenza di copertura immunitaria adeguata, la possibilità di esprimere un giudizio di “inidoneità temporanea”. Inoltre, la task force guidata da Vittorio Colao ha proposto di esonerare dal rientro del 4 maggio i lavoratori che hanno compiuto 60 anni di età. Se passasse tale ipotesi, dovrebbero essere esonerati dall’esame in presenza tutti i Commissari 60enni che sono tanti.
Rischio per i parenti: da non sottovalutare poi il rischio di esposizione al contagio per i parenti conviventi di studenti e docenti (anziani, immunodepressi, soggetti con patologie in atto).
Responsabilità dei dirigenti scolastici: l’organizzazione di questa macchina da guerra è demandata ai Dirigenti scolastici sui quali – in qualità di datori di lavoro – incombono gli obblighi e le responsabilità derivanti dal Testo unico in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Responsabilità civili e penali che non possono essere agevolmente prese in carico quando il rischio è così difficile da gestire come nel caso del Covid-19.