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Rapina in gioielleria ed estorsione: 7 arresti nel Foggiano, c'è l'ombra del clan

 
Redazione online

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Due persone secondo gli inquirenti sono vicine al clan malavitoso Sinesi-Francavilla

Venerdì 21 Giugno 2019, 08:43

14:45

Due esponenti di spicco della Società Foggiana avevano costituito, insieme a due sanseveresi, una banda per rapinare gioiellerie e uffici postali in città e in provincia. Per questo sette persone sono state arrestate dai Carabinieri all’alba nell’operazione 'Gold Rush', in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia. Alessandro Aprile, 35 anni, è già detenuto e finiscono in carcere anche Giuseppe Spiritoso, 62 anni, Arnaldo Sardella di 33 e Nazario Carovilla di 34; arresti domiciliari per i fratelli Giuseppe e Domenico Aprile, di 31 e 38 anni, e per Alessio Piemontese di 35. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata a rapine, ricettazione ed estorsioni.
Alessandro Aprile e Giuseppe Spiritoso sono considerati dagli inquirenti elementi di spicco del clan «Sinesi-Francavilla». Inoltre Alessandro Aprile, Nazario Carovilla e Arnaldo Sardella, sfruttando il supporto logistico dei fratelli Giuseppe e Domenico Aprile, sono ritenuti responsabili della rapina del 28 gennaio 2018 alla gioielleria Follie d’Oro al centro commerciale Antica Fornace di Lucera, che fruttò circa 392mila euro.

Alessandro Aprile e Arnaldo Sardella sono accusati anche di aver cercato di estorcere soldi a un testimone che li ha notati a bordo di una Bmw X6, pronti a una rapina nell’ufficio postale di San Paolo in Civitate (Foggia) che però poi non hanno compiuto: secondo gli investigatori, dal testimone pretendevano una sorta di risarcimento per il «mancato guadagno». Per i carabinieri la banda, capeggiata da Alessandro Aprile, aveva già pianificato per Natale un’altra rapina, alla gioielleria Ciletti di Foggia, che fallì per la massiccia presenza di carabinieri nella zona. Emblematica una intercettazione telefonica tra due degli indagati: «Vedi come stanno pattugliando l’ira di Dio. Sta il bordello». L’episodio non è tuttavia contestato dal Gip nell’ordinanza.

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