Giovedì 25 Settembre 2025 | 02:12

Il nuovo anno accademico ci impone di rinnovare la fiducia negli studenti

 
Gianfranco Longo

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Gianfranco Longo

Il nuovo anno accademico ci impone di rinnovare la fiducia negli studenti

In un passaggio storico talmente delicato come questo che segna l’Europa attualmente i giovani percepiscono tale disorientamento come un ostacolo a sperare ancora

Mercoledì 24 Settembre 2025, 13:30

In un passaggio storico talmente delicato come questo che segna l’Europa attualmente, spingendo verso un disordine critico per prospettive e per linee programmatiche la sua politica di unione, divenuta ormai solo in funzione monetaria, i giovani percepiscono tale disorientamento come un ostacolo a sperare ancora, sperare che è innanzitutto credere di essere stati scelti a vivere perché amati, amati per esistere ontologicamente e umanamente, senza che condizioni belliche o elucubrazioni fantastiche, distorsioni della verità storica e processi ideatori di ogni genere, propugnati da varie dimensioni di indottrinamento politico e ahimè anche didattico, lascino credere ai giovani di essere ciò che non sono: nulla potrebbe mai incrinare un fatto esistenziale di fondo, che si traduce in una vicenda di incontri e di possibilità, di gioia e di fedeltà, momenti di un’esistenza che delineano una consapevolezza e un avvenimento: quelli di essere stati prediletti e desiderati, ogni giovane come ognuno di noi, per un compito essenziale e fondamentale, che è proprio quello di dover ricominciare sempre, ricostruendo nuovamente quanto fandonie, illusioni di università degradate a grotteschi carrierismi di poteri, infatuazioni di ultime, stucchevoli filosofie e ricostruzioni storiche, sui generis, falsificate in ordine temporale, abbiano distorto l’autenticità degli eventi contemporanei e del loro corso, andando così a confondere la realtà con un sortilegio, e più spesso con un’articolata menzogna.

Traguardo di una docenza, pertanto, ora che un nuovo anno accademico è alle porte, sarà sempre quello di rinnovare una fiducia negli studenti per far nascere in loro curiosità ed entusiasmo di apprendere, affinché ciò sia un’opportunità formativa, umana, sociale e intellettuale. Si potrà così consolidare negli studenti la loro coscienza di esistere per una meta di servizio, di ausilio nei confronti del mondo esterno, scoprendo, già durante il corso degli studi, una possibile vocazione, professionale ed esistenziale, fondamento per santificarsi nel lavoro e santificare lo stesso lavoro, cioè amare ed essere partecipi di un processo creativo.

Tale riconoscimento di sé avviene eludendo i sortilegi che ossequiano i discorsi occasionali, disaggregati in conferenze di ateneo, politicamente partigiane, discorsi proferiti anche da docenze trasformate, in modo opportunistico - da avventurieri della didattica -, in un gioco entropico che corrompe l’esistenza e il lavoro: o indirizzandoli verso conflitti di ruolo e di generazioni, non educando invece ad un’opera di incontro e di missione; oppure è un gioco entropico che sbalza la didattica ad un azzardo, ad una barocca e funesta funzione oppressiva di potere, senza permettere al giovane di conoscersi per così scoprire, mediante la formazione, una sua intrinseca e straordinaria qualità.

Compito dell’Università, da tempo purtroppo distorta a stucchevole riformatorio dell’apprendimento o a stage di addestramento all’esercizio del potere, è anche quello di indicare un itinerario per far sì che ogni giovane possa riuscire a rivelarsi, cogliendo i suoi specifici talenti, sfuggendo a quell’insicurezza ontologica che annebbia lo sguardo limpido di un Amore che ci ha desiderati. È un Amore che ci ha voluti presenti per operare e per salvare, per essere e per confortare, per indirizzare a vivere senza più opacità, smarrimento, disagio che neo-illuminismi indottrinanti e ammorbanti, o formae mentis violente per bieca tifoseria, trascinano con sé.

L’inizio di un nuovo anno accademico rinnova perciò l’aspettativa a un orizzonte pedagogico in grado di rivelare una comunione di intenti, di capacità coesiva, traguardi unitivi in cui l’arte di insegnare coniuga formazione a missione di vita, cioè a una storia di persone (studenti, ausiliarie e ausiliari, custodi, personale amministrativo, docenti) che dal loro reciproco incontro recuperano una qualità vicendevole e rintracciano una comune volontà di apprendere, istanti questi che ci elevano tutti alla speranza della verità e all’amore per l’ascolto: fedeltà quindi a un impegno, di ricerca e di didattica; testimonianza di vita e di lavoro elevati a santificazione personale e a incontro.

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