Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 17:29

Ora lavoriamo insieme per una nuova rete di ospedali in Puglia

Ora lavoriamo insieme per una nuova rete di ospedali in Puglia

 
Lino Viola

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Lino Viola

Ospedale Monopoli-Fasano: completato il 51% delle opere previste

Attualmente la Puglia è tra le tredici regioni che garantiscono i livelli essenziali di assistenza e il maggior incremento è avvenuto in quella ospedaliera, passata da 79,7 a 85.

Mercoledì 06 Agosto 2025, 14:00

Là dove ci sono delle grandi risorse, come nella sanità, è fisiologico che ci siano delle forti attenzioni e delle grandi polemiche. Non ha fatto eccezione l’inaugurazione del nuovo ospedale Monopoli-Fasano. La soddisfazione per l’opera realizzata deve fare i conti con l’operatività da ottenere in fretta in un contesto sanitario che è molto meno roseo di quello che farebbero pensare le narrazioni addomesticate. Basti pensare che, nei venticinque migliori ospedali d’Italia secondo il Ministero della Salute, uno solo è pugliese: la Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo che non è pubblico, ma ecclesiastico.

Tuttavia, rispetto al passato, sono stati fatti dei significativi passi in avanti. Attualmente la Puglia è tra le tredici regioni che garantiscono i livelli essenziali di assistenza e il maggior incremento è avvenuto in quella ospedaliera, passata da 79,7 a 85. Il dato si ricollega al fatto importante che le polemiche hanno sottaciuto: il Monopoli-Fasano, nonché il San Cataldo di Taranto la cui consegna è annunciata nel 2026, rappresentano metaforicamente l’uscita della Puglia da una lunga traversata nel deserto iniziata poco meno di vent’anni fa con la stretta alla spesa pubblica sanitaria e i conseguenti, amarissimi piani di rientro.

Il duro lavoro dell’assessorato alla Sanità, affidato a seconda dei periodi ad Alberto Tedesco, Tommaso Fiore, Ettore Attolini, ha indotto i pugliesi a sopportare dei notevoli sacrifici. Gli ospedali Monopoli-Fasano e San Cataldo sono l’effetto della programmazione iniziata nel 2011 con il documento MExA elaborato dalla Cabina di regia per l’edilizia sanitaria del Ministero della Salute. A supporto di quel documento l’Agenas ed il Formez elaborarono uno studio di fattibilità, che conteneva l’analisi dei fabbisogni sanitari, le disuguaglianze della salute e dell’equità nell’accesso alle cure, la valutazione d’impatto sulla salute e l’analisi economico-finanziaria, certificando la necessità in Puglia di cinque nuovi ospedali considerati prioritari: oltre ai due prossimi all’entrata in servizio, uno nel Salento sull’asse Melpignano-Maglie-Leuca, altri due nella Bat.

I tagli alla spesa pubblica attuati poi dal Governo Monti consentirono di finanziare solo due ospedali.

Per quanto sia banale dirlo, la qualità si fa, oltre che con i mezzi, con i bravi medici e il valido personale sanitario. Il Monopoli-Fasano e il San Cataldo sono presidi ospedalieri della comunità, quindi essenziali proprio per elevare gli standard dell’assistenza. Continuare in questa sfida significherebbe rendersi attrattivi, trattenere le migliori professionalità, che hanno dimostrato notevole carattere e competenza nel periodo più difficile che ci siamo lasciati alle spalle, e indurne altre a venire in Puglia.

La questione principale è continuare nel riallinearsi alla migliore sanità nazionale innalzando l’offerta di salute: si può fare, anche, cercando di attuare concretamente l’assistenza territoriale con quella ospedaliera e viceversa, aumentando l’efficienza della spesa. L’obiettivo della classe politica, di qualsiasi orientamento, è quindi migliorare il valore del sistema sanitario regionale in una logica di equità territoriale, sostenibilità finanziaria, etica delle responsabilità. La maggior trasparenza, piuttosto che il chiacchiericcio politico, dovranno riguardare tutte quelle situazioni in cui si specula sulla sanità attraverso vicende di clientelismo o, peggio ancora, di corruzione. Difatti, il dibattito pubblico, sulle soluzioni da adottare e intraprendere per innalzare la qualità dell’assistenza, potrebbe consentire al cittadino di avere maggior consapevolezza sull’importanza dei servizi sanitari per generare un riequilibrio delle disparità intra ed extra regionali.

Serve il contributo di tutti. Per individuare valorizzare e sostenere il personale sanitario necessario. .

Dimostrare ai pugliesi che hanno a cuore l’incremento della qualità significa quindi, per il presidente della Regione Michele Emiliano e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, programmarla con il valido supporto tecnico di Vito Montanaro, direttore del Dipartimento regionale di promozione della salute.

Lavorare insieme per continuare a realizzare in Puglia gli altri tre ospedali d’eccellenza sarebbe la maniera migliore per passare dalle polemiche, a volte utili, ai fatti.

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