Sabato 06 Settembre 2025 | 16:26

Siamo pronti a riscrivere il tempo? Scienza e società cambiano la nostra vita

 
Francesco Caroli

Reporter:

Francesco Caroli

Siamo pronti a riscrivere il tempo? Scienza e società cambiano la nostra vita

Rallentare, o addirittura evitare l’invecchiamento mantenendo una vita più lunga e in buona salute psicofisica, è il grande sogno della società contemporanea

Mercoledì 06 Marzo 2024, 15:13

15:42

Rallentare, o addirittura evitare l’invecchiamento mantenendo una vita più lunga e in buona salute psicofisica, è questo il grande sogno della società contemporanea. Una sfida intorno a cui si uniscono le speranze, gli investimenti e gli studi dei principali centri di ricerca e università in tutto il mondo.

Leggendo le riviste scientifiche, ma anche analizzando gli investimenti dei grandi fondi privati e in borsa, è evidente che stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel modo in cui affrontiamo lo sviluppo delle nostre vite. Secondo il World Social Report 2023 delle Nazioni Unite, entro il 2050 il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, superando i due miliardi di individui. A livello globale, un bambino nato nel 2021 può aspettarsi di vivere in media quasi 25 anni in più rispetto a un neonato del 1950. In Italia, gli over 65 sono complessivamente 14 milioni e 177 mila, e rappresentano il 24,1% dell’intera popolazione contro il 23,8% del 2022. Gli ultraottantenni il 7,7% della popolazione.

È evidente come ci siano grandi rischi riguardo la sostenibilità di questo fenomeno: l’equilibrio del bilancio economico pubblico è compromesso dalle pensioni, dall’aumento delle malattie croniche e neurodegenerative, nonché dal numero di individui non più autosufficienti. Oltre a queste patologie anche la condizione della solitudine, rappresenta una criticità importante. In America la sua diffusione è stata rinominata come «la nuova pandemia silenziosa», dopo che alcuni scienziati ne hanno quantificato gli effetti dannosi pratici anche in termini di salute.

Per sostenere una società sempre più longeva, la sfida è promuovere quella che in inglese viene chiamata la aging intelligence, la consapevolezza dei comportamenti individuali e dello stile di vita, mettendo contemporaneamente a punto nuovi paradigmi sociali in materia di politiche di welfare, di economia, di lavoro, di organizzazione delle città. Un cambiamento che richiederà lo sviluppo di una nuova consapevolezza politica, sociale e amministrativa per massimizzare le opportunità che derivano da una vita più lunga e per far sì che i benefici della ricerca sulla longevità possano generare ricadute positive su tutta la popolazione.

Proprio di questi temi, l’Italia ne sarà la capitale, ospitando dal 14 al 27 marzo 2024 il Milan Longevity Summit – Riscrivere il Tempo – Scienza e Miti nella corsa alla Longevità. Arriveranno, infatti, nel Comune di Milano del Sindaco Beppe Sala, sessanta tra i più noti e affermati studiosi e studiose provenienti da tutto il mondo, alcune vere e proprie star, che esporranno le loro ricerche più all’avanguardia per rallentare il processo di invecchiamento. Il progetto è organizzato da Viviana Kasam e dalla sua consapevolezza che sia in corso una vera e propria «Longevity Rush», analoga a quella che è stata la corsa all’oro all’inizio del secolo scorso. Il meeting affronterà il tema a 360 gradi, coinvolgendo i più prestigiosi scienziati internazionali e il mondo accademico italiano, le più importanti realtà italiane che operano in questo settore, le aziende, gli operatori socio-economici, i decision makers e le istituzioni.

Tante sono le domande che ruotano attorno a questi temi: come cambierà la società se vivremo fino a 120 anni? Il criterio dell’età è ancora sufficiente (ammesso che lo sia mai stato) per identificare chi consideriamo «anziano/a»? Come evitare che gli attuali divari tra diverse fasce della popolazione si trasformino in una battaglia per accaparrarsi le (poche) risorse pubbliche e quelle private attualmente presenti?

Insomma, stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione non solo per ciò che riguarda la durata della vita, ma anche per il cambiamento che produrrà nella società. L’individuo assume nuove sfaccettature di cui l’età è solo una delle tante variabili da prendere in considerazione: salute, reddito, tempo libero sono solo alcuni dei tanti parametri altrettanto significativi di cui tenere conto.

Come ricorda l’Onu con grande efficacia: «Noi abbiamo bisogno di un pensiero senza età: ageless thinking». Questo richiede un nuovo modello mentale, una nuova finestra attraverso la quale guardare a tutte le cose. Per secoli la gente ha visto il mondo come se fosse piatto, e tutto era spiegato nei termini di un mondo piatto. Quando si dimostrò che il mondo era tondo, si svilupparono nuovi tipi di pensiero, strutture mentali, termini e immagini per rappresentare le cose. Analogamente, vedere l’invecchiamento come un processo che interessa tutto il corso della vita e coinvolge tutta la società. Insomma, c’è bisogno di un vero salto nel nostro modo di pensare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)