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Da Vannacci a Tiziano in una scuola maltrattata soprattutto al Sud

 
Lino Patruno

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Lino Patruno

Da Vannacci a Tiziano in una scuola maltrattata soprattutto al Sud

Il libro dell'ex comandante della Folgore proposto per una lettura critica in un liceo scientifico di Francavilla Fontana

Venerdì 27 Ottobre 2023, 14:26

Da un lato Roberto Vannacci, dall’altro Tiziano Vecellio. Ma cosa c’entra il generale duemiladuecentesco col pittore cinquecentesco? L’ex comandante della Folgore è autore di quel «Il mondo al contrario» da poco uscito e primatista di vendite.

Libro che ha avuto un supplemento di notorietà in Puglia per una iniziativa presa nel liceo scientifico «Francesco Ribezzo» di Francavilla Fontana (Brindisi). Dove la professoressa Giulia Schiavone lo ha proposto ai suoi studenti per una lettura critica. Essendone per questo molto attaccata. Soprattutto da sinistra, perché quel mondo al contrario è stato giudicato niente più che un manifesto elettorale della destra, e neanche la più moderata. Ma c’è chi ha controbattuto che un libro è un libro. E che nessun libro va messo al rogo, perché così si comincia. Poi gli ebrei e gli zingari eccetera (vero, Brecht?).

A una satira di Maurizio Crozza che è stata proprio una satira alla Crozza, la professoressa ha replicato giorni fa su questa stessa «Gazzetta». Il libro era una mia casuale lettura estiva. E l’ho proposto a una quinta proprio perché a scuola facciamo percorsi di educazione civica. Ma gli studenti non hanno bisogno di me per cercarsi un libro. Anzi per non cercarselo, visto quanto non leggono. E poi nei nostri programmi abbiamo anche Dante, Pascoli, Calvino e via grandeggiando, ma quanta fatica. Per fargli imparare a leggere e quindi a scrivere. Stanandoli dal «mondo selvaggio» di Internet. Ma con regole e guida sicura, altrimenti soccombi.

Insomma non occorre altra carne per capire quanto la scuola, anzi tutti, sia in sofferenza. Compreso il lungo buco nero del Covid. Perché la scuola ha perso il suo «magnifico» ruolo e nessuno ci crede più. La professoressa non lo aggiunge, ma si pretende una scuola modello in un Paese senza più modelli. Si pretende dalla scuola ciò di cui il Paese si disinteressa da tempo, famiglie comprese. E si incolpa la scuola per ciò che non dà ma non si parla mai di ciò che alla scuola non è dato. Facendo finta di non capire che il problema non è la scuola ma il Paese. Primatista al contrario (proprio un mondo al contrario) in spesa per l’istruzione.

Un Paese col più alto numero di siti Unesco e il più alto numero di beni artistici e culturali del mondo ma col più basso numero di diplomati e laureati in Europa.

E al Sud, peggio. Dagli asili nido al tempo prolungato che altrove hanno ma qui preclusi dai governi come una diversamente Italia, quale il risultato? Che a parità di anni, è come se al Sud ci fosse per i ragazzi un anno di apprendimento in meno rispetto al Nord. E poi dicono.

Scuola comunque in tutta Italia (e al Sud in particolare) come Calimero: maltrattata perché piccola e nera. Ma il fatto è che anche la scuola ci mette di suo.

Da quando il sapere è stato sopraffatto dai saperi, è una gara a chi offre più saperi in volo spregiudicato sul sapere. L’offerta formativa annuale è una fiera più efficace della Fiera del Levante. E i gioielli proposti, venghino signori, sono più marketing che cultura. Una scuola che dovrebbe descrivere il mondo per aiutare a farsi una idea di mondo. Ma in cui la pallavolo e gli scacchi accendono la fantasia (e le iscrizioni) più di un congiuntivo e una radice quadrata.

Nel Paese, del resto, orbo di una idea comune di Paese. Di visione e di progetto. Cui dovrebbe dare una grossa mano quella stessa scuola che ne è stata a lungo privata. La pretesa di una direzione ostinata e contraria con la bonaccia untuosa nelle vele.

Poi capita. Capita che a un corso universitario di giornalismo parli di una rapina in una casa. Aggiungi che in quella casa, oltre a tante altre ricchezze, c’era, rieccolo, un Tiziano. Tiziano Vecellio, ricordi? E chiedi ai ragazzi di scrivere l’articoletto partendo appunto dalla notizia: cioè la cosa più importante in base alla vecchia regola dell’interesse pubblico. Una rapina non è una semplice rapina quando c’è un Tiziano di mezzo. E potrebbero anche aver rubato tutta l’argenteria della signora Maria, ma Tiziano non è che lo trovi in qualsiasi appartamento di qualsiasi condominio. La notizia è lì: elementare, Watson. Ma fino a un certo punto. Perché la domanda assassina che parte da molti dei ragazzi è: ma chi è Tiziano? Non l’ultimo attaccante acquistato dal Bari (figuriamoci se almeno quello).

Gentile professoressa Schiavone, il popolo chi salverebbe, Gesù di Nazareth o Barabba? E la scuola, Vannacci o Tiziano?

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