POTENZA - Dopo i Sassi di Matera e la faggeta di Cozzo Ferriero, a Rotonda (Potenza), la Basilicata candida un altro pezzo del suo territorio a patrimonio mondiale dell’Unesco. È l’area Sud, quella che comprende due parchi nazionali, il Pollino e l’Appennino lucano Val d’Agri-Lagonegrese, e Maratea, la «perla del Tirreno».
Per questa candidatura - avanzata dal Gal «La Cittadella del Sapere», presieduto da Franco Muscolino e diretto da Nicola Timpone, nel cui organigramma c’è anche il giornalista, originario di Maratea, Biagio Maimone - la Basilicata può contare su un prezioso alleato, la Lombardia. Un’intesa inedita tra le due regioni che dimostra come il Nord e il Sud del Paese possano collaborare per il bene comune, in un’ottica di valorizzazione del territorio che non va confinato in un segmento, ma che appartiene a tutta l’Italia.
Con la sottoscrizione dei presidenti delle Regioni Basilicata, Vito Bardi - che ha accolto con entusiasmo l’appello del Gal - e Lombardia, Attilio Fontana, la candidatura arriverà nei prossimi giorni sul tavolo del presidente Unesco Audrey Azoulay. I due governatori italiani si sono incontrati per fare il punto della situazione: «Ho voluto ringraziare personalmente il presidente della Regione Lombardia - dice Bardi - per aver messo nero su bianco il suo sostegno in favore della candidatura dell’area Sud della Basilicata a patrimonio mondiale dell’Unesco, in risposta a una bella intuizione del giornalista Maimone e del direttore del Gal promotore, Nicola Timpone. Si tratta di un metaforico abbraccio tra Nord e Sud a sostegno di uno dei posti più belli del mondo che sicuramente merita di entrare nel pantheon dell’Unesco. Insieme - aggiunge Bardi - abbiamo discusso di tutte le prossime mosse da mettere in campo per raggiungere un obiettivo molto importante per lo sviluppo di un’area strategica per la Basilicata. Sarà mia cura poi condividere prossimamente tutti gli sviluppi al Gal». Gli fa da eco Fontana: «L’area Sud della Basilicata - sottolinea - si distingue per la bellezza paesaggistica, storia e cultura millenaria. Con il territorio lucano ci accomuna la volontà di cooperare per il bene e la crescita dell’intero Paese e di favorire un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ecologica e sul valore dei saperi tradizionali».
Il neonato asse lombardo-lucano può fare scuola e abbattere luoghi comuni sulla frattura socio-culturale tra Nord e Sud del Paese: «Il sostegno della Regione Lombardia - spiega il direttore Timpone - dimostrerà come non veritiera la tesi di chi afferma che il Nord Italia rivendichi un ruolo di supremazia nei confronti del Mezzogiorno. La Lombardia e la Basilicata possono, anche insieme ad altre regioni italiane, diventare artefici di un cambiamento culturale che pone al centro la pari dignità dei territori italiani, il cui ruolo è paritario per quanto attiene lo sviluppo della nazione italiana, seppure da una prospettiva diversa per questioni di natura geografica».