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La Russia «troppo grande per perdere» nel mezzo d’una guerra d’informazione

 
marisa ingrosso

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marisa ingrosso

La Russia «troppo grande per perdere» nel mezzo d’una guerra d’informazione

Il nuovo libro del generale Boni tra «strategie e percezioni» belliche

Giovedì 16 Gennaio 2025, 17:22

Il generale Maurizio Boni torna in libreria con un “sequel” del suo L’esercito russo che non abbiamo studiato. Se nella sua opera prima aveva analizzato ciò che non aveva funzionato nell’offensiva del Cremlino, in La guerra russo-ucraina. Strategie e percezioni di un conflitto intraeuropeo (pp. 193, euro 28, casa editrice Il Cerchio), illustra come «Mosca, partita da una situazione di svantaggio sul campo di battaglia, sia ora molto vicina al conseguimento dell’obiettivo di conquistare la totalità del Donbass (e forse non solo)».

Valido nel comprendere lo strumento militare russo in chiave operativa, nonché le «dinamiche che hanno causato il fallimento della controffensiva ucraina dell’estate-autunno 2023», il testo si occupa della guerra informativa condotta dall’Occidente, anziché quella portata avanti dall’invasore russo. E questo, pur ammettendo che Mosca «ha sempre applicato in maniera spregiudicata la propaganda, la disinformazione, la manipolazione dei media e i cyberattacchi per sostenere la sua narrativa strategia e conseguire determinati effetti negli scenari dove opera».

“Gustosi” i riferimenti ai, per altro capacissimi, britannici; al neoconservatorismo americano e alla nebulosa di «milbloggers», «vale a dire di militari in servizio (russi e ucraini) che commentano l’andamento delle operazioni fornendo spesso riscontri o smentite degli avvenimenti in corso». Molto scorrevoli le pagine dedicate all’uso di fonti aperte e alle triangolazioni con le informazioni geografiche satellitari (il ruolo tattico di Starlink, qui accennato, meriterebbe un libro a parte).

Interessante è la parte dedicata alle «origini intellettuali del piano russo», in cui il generale dell’Esercito (in quiescenza) offre al lettore, con parole semplici, il distillato di studi approfonditi e sedimentati, ma è forse nella parte di analisi della capacità bellica russa (logistica e complesso industriale inclusi) che il generale fa il miglior dono delle sue competenze fini al lettore.

Previsioni? L’autore (che è stato anche vicecomandante dell’Allied Rapid Reaction Corps e capo di stato maggiore del NATO Rapid Reaction Corps Italy) è prudente, ma da alcuni commenti si intuisce cosa pensa di questa Russia «troppo grande e resiliente per perdere questa guerra». Nonostante gli ammaestramenti del recente passato, non crede però all’ipotesi che, se Putin non venisse fermato, dopo Kiev ci saranno altre capitali a rischio di cadere in mani russe.

La speranza è che abbia ragione.

Il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, firma la prefazione di La guerra russo-ucraina e Andrea Giumetti l’appendice.

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