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«In amore non ci sono regole e l’altro deve restare un segreto», il filosofo Galimberti a Nardò

 
Federica Rega

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Federica Rega

«In amore non ci sono regole e l’altro deve restare un segreto», il filosofo Galimberti a Nardò

Al Festival Crocevia per lo Ionio, in partenza questa sera. Domani la lectio magistralis

Mercoledì 28 Agosto 2024, 12:44

Nell’ambito del Festival Crocevia per lo Ionio che partirà questa sera a Nardò, in piazza Salandra, alle ore 20.30, con una manifestazione tutta dedicata alla poesia e che si sposterà in piazza Cesare Battisti con Giulio Casale, Matteo Bussola e Aurora Tamigio fino al 31 agosto, Umberto Galimberti terrà domani, alle ore 20.30 - sempre in piazza Cesare Battisti - una lectio magistralis «In dialogo con Platone sulle cose dell’amore». Il filosofo e psicanalista monzese racconterà le dinamiche di un sentimento che rompe il nostro impianto razionale e che si nutre di passione e desiderio, ponendo l’uomo dinanzi al pericolo del «cannibalismo sentimentale», della dipendenza, del vuoto, della disperazione, della separazione e dell’abbandono.

Partendo dal Simposio di Platone, Galimberti farà luce sul motivo per il quale l’eros fa tremare l’uomo, portandolo a toccare l’apice della gioia ma anche i propri limiti, gettandolo in una condizione al confine con la follia «assai più bella dell’umana ragione». Lo sgretolamento della nostra individualità determinato dall’incontro con l’Altro è però, forse, l’unica vera promessa di un ritorno a se stessi in una forma più piena. Più complessa.

Professor Galimberti, la gente ha ancora voglia di innamorarsi?

«Ma certo. Il problema è che quando uno dice “Ti amo”, chi è che parla? Parla la mia passione, il mio desiderio, la mia voglia di emancipazione, la mia idealizzazione, l’angoscia della mia solitudine. L’Io - la mia parte razionale - va totalmente fuori gioco.»

«Sono pazzo di te»: l’amore è dunque un promessa di gioia o di follia?

«Cosa diciamo alla persona che amiamo? Ho perso la testa per te. Platone diceva che i doni più grandi ci vengono dalla follia e Freud che l’Io non è padrone in casa propria, c’è “molta altra gente” nella nostra psiche. Fare l’amore significa entrare nella nostra dimensione folle che è il sottosuolo della nostra anima, e l’Io che vi si introduce quando esce non è più lo stesso.»

Cosa tiene vivo l’eros?

«Quando Michelangelo costruì il Mosè era così perfetto che gli scaraventò uno scalpello, chiedendogli Perché non parli? Tentare di tirar fuori il segreto dell’Altro senza riuscirci: è questo che tiene in piedi l’amore. Freud, però, diceva che “l’uomo civile ha barattato una parte della propria felicità per un po’ di sicurezza”. Se, invece, il matrimonio mantiene vivo il sentimento è un’opera d’arte, ma mica tutti siamo artisti.»

Esistono regole per la manutenzione dell’amore?

«Non ci sono regole in amore, c’è invece l’idea che l’Altro non lo conoscerò mai fino in fondo. La curiosità è il motore dì tutto.»

Perché le donne, in molti casi, non riescono ad affrancarsi dagli amori tossici?

«Perché le donne non sono autonome, il più delle volte economicamente. Non sviluppano sufficiente maschile dentro se stesse, e allora si atteggiano nella modalità di rendersi appetibili al desiderio maschile, autodistruggendosi da sole. Inoltre, nella donna c’è un delirio di onnipotenza perché è colei che può generare e uccidere, ha quindi il potere di vita e di morte come un re. Ciò la induce alla convinzione di poter plasmare gli uomini, dimenticando che gli uomini non cambieranno mai: sono pietre.»

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