LECCE - Quante volte ci siamo resi conto che una fobia, anche piccola, può condizionare e influenzare la nostra vita e le scelte quotidiane? Se l'è chiesto la psicologa clinica e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Carolina Capone, leccese classe '89, che ha da poco pubblicato il nuovo libro, «Piccole storie di grandi fobie», per Giacovelli Editore. Una raccolta di testimonianze sulle proprie paure che verrà presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio prossimi.
Un vero e proprio manuale di istruzioni per non sentirsi soli, un elenco di storie scorrevoli ed empatiche che approfondiscono ogni categoria di fobia, da quelle più comuni come la paura per gli insetti (divisi per tipo - come il ragno disegnato nella copertina, tratto da un'illustrazione di Andrea Loliva), a quelle che la maggior parte della gente nemmeno pensa possano esistere. Il volume parte dalla distinzione tra fobia specifica, paura, ansia e superstizione, e mostra esempi che ognuno di noi applica, anche senza accorgersene, nella vita reale, come il decidere di cambiare strada, comprare un prodotto al posto di un altro, non prendere l’ascensore e salire quattro piani di scale a piedi, non viaggiare per evitare l’aereo, non andare ad una festa, non mangiare in presenza di altre persone, e tanti altri comportamenti che inevitabilmente influenzano la quotidianità.
Nella prefazione la stessa autrice svela che si stima che circa il 10% della popolazione mondiale abbia almeno una fobia, e sapere che non si è i soli a soffrire e a provare paura può aiutare a non vergognarsene più. Da qui, poi, una serie di interviste, ricerche, tutte riportate nel massimo rispetto della privacy, e un elenco smisurato di nuovi termini per identificare angosce, fobie e paure. Qualche esempio? La fobia dei gatti, o ailurofobia, viene raccontata da una nonnina di 85 anni, che da quando ne aveva 21 non riesce a toccare i felini perché in passato i suoi tre cani di grossa taglia uccidevano troppi gattini, strappando carne e ossa e lasciandone i resti per terra. Ma esiste anche la melofobia, la paura della musica, per cui Carolina Capone spiega una patologia chiamata amusia, l’incapacità di capire la musica, una forma di sordità psichica consistente nella perdita della capacità di riconoscere il valore dei suoni musicali. Il cervello riceve il segnale uditivo (non si è sordi), ma allo stesso tempo non riesce a decodificarlo per come lo percepiscono tutti.
Le fobie nel libro vengono divise accuratamente per categorie: insetti, animali, ambiente, sociale, emozioni, sporco/germi/malattie, aghi/oggetti/bambole e maschere, sesso, filmografia. E l'aggiornamento è notevole, si parla infatti anche, ad esempio, di FOMO, Fear Of Missing Out, paura di sentirsi tagliati fuori da eventi e appuntamenti, ma anche di nomofobia, paura di rimanere senza connessione internet, per navigare dallo smartphone o da qualsiasi dispositivo. Tutte sono corredate da un'esperienza concreta, e non mancano i consigli dell'autrice per imparare a riconoscerle e a non vergognarsene.
Carolina Capone continua, così, il suo percorso editoriale, che si affianca a quello lavorativo: ha lo studio privato a Lecce e fa consulenza online in tutta Italia, occupandosi della promozione del benessere psicologico. Collabora con diversi enti e associazioni, ed è in convenzione con l'Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti di Lecce. Ha scritto saggi di psicologia: «Il segreto delle 12 chiavi per vivere più sereni», nel 2022, e «La sofferenza di chi rimane. Elaborare il lutto», entrambi per Giacovelli Editore. È coautrice di Manuale di psichiatria e disagio nei minori di Massimo Viola, e ha creato le «Psicard. Le carte della psicologia». Il suo sito web è www.carolinacaponepsicologa.it