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Polignano a Mare, al Museo Pascali le «immersioni» nella videoarte

Polignano a Mare, al Museo Pascali le «immersioni» nella videoarte

 
Pietro Marino

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Pietro Marino

Polignano a Mare, al Museo Pascali le «immersioni» nella videoarte

Il piano sotterraneo è diventato un lungo tunnel dove sono espostele opere di quattro pugliesi: Purgatorio, Rollo, Schirinzi e Terlizzi

Sabato 05 Agosto 2023, 08:00

POLIGNANO - Si è trasformato in un lungo tunnel buio con anfratti laterali e grotta finale, il piano sotterraneo del Museo Pascali a Polignano. Svuotato delle opere acquisite col premio Pascali che vi erano esposte in permanenza, invita ad una immersione sensoriale e mentale nel flusso delle immagini video che si accendono qua e là. Sono di quattro artiste e artisti pugliesi: Agnese Purgatorio, Alessia Rollo, Carlo Michele Schirinzi, Cosimo Terlizzi. Convocati da Anna D’Elia anche in appassionata memoria del grande artista barese che amava immergersi e del mare è stato geometrico cantore.

«SeTaccio il mare», è appunto il gioco pascaliano di parole col quale Agnese Purgatorio ci invita a distenderci su divani nella sua stanza segnata in basso da un filo di neon come misterioso orizzonte: per rimirare sul soffitto-cielo (alla maniera che è stata esaltata da Pipilotti Rist) i flussi di acque mediterranee. Un po’ trasportano relitti pietrosi che sanno di naufragi di migranti, un po’ fanno trasparire un tenero duello tra una madre fiorettista e una figlia disarmata ma non allarmata. Il nesso tra i due momenti non è chiaro, come del resto ci accade nei sogni. E onirico, ipnotico e simbolico vuole essere il complesso percorso liquido allestito dall’artista barese.

Propone invece una sorta di rivisitazione e revisione estetizzante della cultura della taranta, in chiave immaginifica, la leccese Alessia Rollo. Dal suo progetto multimediale «Perspective Eyes» estrae un video di giovane donna nella veste bianca delle tarantate che si staglia estatica dentro una purificatrice distesa d’acqua e scintillii di «polvere di stelle» (suggerisce la D’Elia); e un light box nel quale la cruda scena di un rituale di taranta fotografato nel 1960 da Cecilia Mangini è inondata di luce dorata e gloriosa.

Altro respiro, largo e profondo, assume la Wundermediterraneankamera del salentino Carlo Michele Schirinzi. Una sorta di meditazione filmica in tre postazioni video che assume il Mediterraneo come spazio esistenziale. Tra relitti acquatici e terre che bruciano, frammenti di icone e spazi dell’abbandono, disfacimenti della visione e primi piani di occhi veggenti e piangenti, il grande schermo principale assume la drammaticità di un diario personale. Memorie paterne, insulti alla vita, brividi di morte e speranze di rinascita – anche con pensieri scritti e citazioni di grandi autori, che scandiscono i flussi visionari e l’incalzare del sottofondo sonoro.

Quasi il rovescio della medaglia è la contemplazione condotta dal bitontino Cosimo Terlizzi, lungo le quattro stagioni vivaldiane, sulla vita segreta del suo giardino a Lamia Santolina sulla Cisternino-Ostuni: piante fiori e rami e i loro abitatori di terra e aria, formiche e lucertole, api e vespe. Su uno schermo verticale posato per terra che riporta in grande il campo visivo di ripresa con un normale iphone potenziato da una lente (l’inquadratura con la quale tutti ormai rivediamo il mondo) si alternano o slittano campi sfocati di misteriose vibrazioni lontane e primissimi piani ad alta definizione. Così gli insetti ci appaiono come creature totemiche, gocce di rugiada o chicchi di grandine divengono perle e diamanti, corolle mediterranee trasmettono meraviglie esotiche. Una sinfonia della natura che coinvolge brevemente anche ritmi di corpi umani: a commentare la simbiosi animista cara al pensiero post-antropocentrico. Ma con la poesia del vissuto quotidiano. Le «Immersioni» sono possibili nel Museo Pascali di Polignano sino al 24 settembre. Dal mercoledì alla domenica, ore 10/13 -16/20.

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