BARI - «È in-co-sti-tu-zio-na-le!». Michele Emiliano lo scandisce, ritmico, a tutti quelli che incontra lungo il percorso. È il suo pensiero fisso di questi giorni: «Vietare il terzo mandato è incostituzionale», dice il presidente della Regione mentre si sottopone al bagno di folla a Polignano pensando al futuro prossimo, marcato a uomo da Antonio Vasile, numero uno degli Aeroporti. In tutto questo Luca Zaia, presidente del Veneto, arriva fin sotto il palco del «Libro possibile» saltando le transenne, dribbla un paio di scocciatori, si accomoda su un muretto subito attorniato da un paio di bionde e una mora. Poi, nonostante nel frigo ci sia solo acqua liscia, spunta fuori una bottiglia di vino bianco. Pugliese. Il governatore ospite gradisce.
«I pessimisti non fanno fortuna», recita il titolo del libro di Zaia che Emiliano giura di aver letto. Sarà. «Non è un libro autobiografico ma utilizzo dei temi per accompagnare il lettore», dice il governatore veneto che cita il cigno nero di di Nassim Nicholas Taleb: l’imprevisto, il granello di sabbia che inceppa il meccanismo come questa fastidiosa indecisione del governo. Il terzo mandato che a Roma ancora non si sblocca. E così Emiliano parla per immagini. «Se fossi stato pessimista - dice sornione, riciclando l’aneddoto delle grandi occasioni - alla Procura di Agrigento dove eravamo in tre probabilmente non ci sarei andato. Ho cominciato la mia carriera di magistrato portando sulle spalle la bara di Rosario Livatino. Poi però quel senso di rabbia, di sconfitta, ha portato a una reazione che non significa che siamo diventati perfetti».
Il feeling tra Emiliano e Zaia non si ferma al terzo mandato, su cui la Lega è primo sponsor della proposta delle Regioni. Sull’autonomia differenziata no (Zaia: «È il controllo di gestione della Repubblica», Emiliano: «Il loro sistema è più grande di quanto dovrebbe essere»), ma sulla sanità i due governatori la pensano più o meno allo stesso modo, pure se il Veneto (5 milioni di abitanti) ha 68 ospedali contro i 31 della Puglia. «Hanno preso una buca gigantesca trent’anni fa mettendo il numero chiuso - dice Emiliano parlando dell’emergenza di questi giorni -. Hanno sbagliato completamente. Ci contendiamo i medici come le grandi squadre cercano i grandi calciatori. Ormai dobbiamo chiamare i medici per pregarli di partecipare ai concorsi». Emiliano annuncia una iniziativa che si chiamerà «Il mare a sinistra», centrale nell’azione della Regione dei prossimi mesi: «Cercherò, se riesco, di portare via i medici pugliesi dal Veneto, ma questo è un gioco stupido. Sarebbe meglio una normativa migliore sul numero chiuso e sulle specializzazioni». Zaia, il governatore che molti vorrebbero, concorda: «I cittadini vengono da noi e ci dicono “fate scappare i medici per andare nel privato”. Su quel medico abbiamo investito in tecnologie e formazione, a 70 anni deve andare in pensione ma può andare nel privato. A voi sembra normale sta roba? L’ho già detto al ministro Schillaci: è la prima riforma da fare».