Una meravigliosa foto che ritrae uno dei leoni al portale del Duomo di Altamura. La cripta della Basilica di San Nicola di Bari, com'era nel 1892 e la sua facciata. Molti centri storici pugliesi, come quello di Corato, con i bimbi che giocano per strada. È affascinante ritrovare il «reportage» tardo-ottocentesco di Romualdo Moscioni, il pioniere della fotografia, nato a Viterbo nel 1859 e incaricato nel 1892 dal Ministero della Pubblica Istruzione di documentare fotograficamente il romanico pugliese, i castelli, i borghi, non soltanto in Puglia ma anche in Basilicata e in Campania.
Un Sud d'epoca emerge dai preziosi negativi di immagini storiche dal valore immenso, oggi conservati in un Fondo apposito intitolato a Moscioni e conservato nella Fototeca dei Musei Vaticani: oltre 15mila lastre di vetro, che raccontano come eravamo e – questo è il bello – come siamo. Perché in un mondo cambiato, i nostri monumenti sono sempre lì, tra qualche restauro, qualche facciata oggi più bianca, molte demolizioni (purtroppo) nei vicoli dei borghi antichi.
Tutto questo patrimonio da qualche giorno è online, disponibile per tutti gratuitamente sul portale ufficiale dei Musei Vaticani nella sezione «Catalogo». Una mostra virtuale straordinaria: lo spiega il direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, discendente della storica famiglia Jatta di Ruvo, emozionata anche dallo scatto del grande fotografo riguardante la cattedrale di Ruvo, «luogo molto caro e pieno di ricordi». Questo progetto, sottolinea Barbara Jatta, segue quello della prima mostra digitale dedicata a Raffaello e alla fotografia dei suoi capolavori e colpisce l'occhio del fotografo, capace di far apparire questi monumenti quasi «sospesi in una luce quasi trasparente». Le emozioni virtuali continuano a Bari, visto che, per chi voglia conoscere direttamente queste fotografie d'antan, resta aperta fino al 3 luglio l'esposizione al Portico dei Pellegrini (di fronte alla Basilica di San Nicola a Bari, della quale la Gazzetta ha già dato notizia), nata grazie al prestito dei Musei Vaticani alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari.
Due occasioni per osservare da vicino un Mezzogiorno di fine Ottocento: ecco la casa trecentesca ad Andria, il Duomo di Bitonto, quello di Acquaviva delle Fonti; ecco gli scorci di Trani, di Troia, l'atmosfera surreale e deserta del ponte romano di Canosa, del santuario di Monte Sant'Angelo e di una Matera che sembra un dipinto. Il ricco giro di immagini sul sito dei Musei Vaticani è il progetto dal titolo «L'Apulia Monumentale di Romualdo Moscioni. L'uso della fotografia come documento nell'Italia postunitaria», a cura della Responsabile della Fototeca Paola Di Giammaria, la quale sottolinea l'importanza dell'esplorazione del Sud compiuta da questo fotografo. Pensate, nel 1878 il Ministero della Pubblica Istruzione (che era al tempo la massima autorità nella tutela del patrimonio artistico) esortò i governi provinciali a far svolgere campagne fotografiche in modo da documentare le architetture medievali delle singole regioni. Una decisione nella quale s'inquadrano i passi in avanti compiuti dalla fotografia a quel tempo e, nella prefazione alla mostra, la studiosa Paola Di Giammaria ben descrive il fermento delle prime riproduzioni fotografiche, l'ottica dell'inventario e l'idea della tutela di un'arte che al Sud è sempre stata unica. La Fototeca dei Musei Vaticani conserva anche 202 stampe fotografiche alla gelatina bromuro d'argento. E le piccole imprecisioni o le minuscole rotture delle lastre in qualche angolo, costituiscono pezzi di storia da aggiungere alle immagini. Perché il viaggio di questo «fotoreporter» ottocentesco arriva sino a noi: scrutiamo le sue inquadrature classiche, la limpidezza, le scontornature degli edifici e quei cittadini che sembrano quasi sorpresi dall'obiettivo dell'artista; sono un racconto nel racconto, laddove la messa a fuoco è a sua volta un messaggio, un'idea, un modo di ritrarre. Con uno splendido strumento, quello della fotografia, che – dobbiamo ricordarlo – è così importante, da segnare la storia umana, allineando (come diceva Cartier Bresson) la testa, l'occhio e il... cuore. Un eterno messaggio d'amore, un modo di vivere.