«Non osano mai, o quasi mai. Sono musei che ripropongono solo opere del passato e insistono solo su autori e composizioni di valore riconosciuto, note e amate dal pubblico degli appassionati». È questo il rimprovero che più di frequente viene mosso ai teatri d’opera e alle stagioni concertistiche. Non sempre a torto, devo ammettere.
E allora, proprio per oppormi all’idea della musica cólta o d’arte o classica o comunque la vogliate chiamare come qualcosa di storicizzato – espressioni artistiche del passato, prossimo o remoto, ancora in grado di nutrirci ed emozionarci, ma nate in epoche storiche, sociali, culturali definitivamente tramontate – ho pensato che fosse opportuno dare il via a una serie di ritratti dedicata a compositori viventi di generazioni diverse: si va dal 1937 di Azio Corghi (recentemente scomparso) al 1986 di Simone Cardini. Monografie musicali – otto nel 2021, nove nella presente stagione 2022-23 – della durata di un concerto, all’incirca un’ora e un quarto di musica, ma senza intervallo e senza pubblico presente in sala; destinate invece a essere trasmesse sulle piattaforme digitali del Teatro Petruzzelli (il canale Youtube, la pagina Facebook e il sito Hyperlink), a essere fissate in dvd.
Il perché di questa decisione, che a qualcuno potrà sembrare quantomeno bizzarra, è presto detto: in luogo di consumare un progetto artistico complesso e meditato nel breve giro di una serata, magari dinanzi ad ascoltatori distratti, a parenti e amici presenti per dovere, ad addetti ai lavori presenti per malignare, lo si mette gratuitamente a disposizione di chiunque abbia sinceramente a cuore le sorti della creatività musicale, non importa se sia vicino o lontano, a Bari o in Nuova Zelanda. E questi «chiunque» – mi sembra importante precisarlo – non sono davvero pochi se nel corso dell’anno passato abbiamo raggiunto le 140.000 visualizzazioni. Qualcuno magari mi farà osservare che la rassegna, chiamata Aus Italien dal titolo d’una fantasia sinfonica composta nel 1886 da Richard Strauss, è cominciata poco prima del secondo lockdown per la pandemia da Covid-19 (febbraio 2021), quando alla gente non era consentito andare a teatro o ai concerti; eppure, benché l’esigenza dell’isolamento sociale sia cessata da tempo, l’impostazione di queste «istantanee musicali» è rimasta e continuerà a rimanere la stessa: dialogo introduttivo tra l’autore prescelto e un critico, esecuzione delle partiture a teatro vuoto.
Una musica nuova che raggiunge gl’interessati attraverso nuovi canali di comunicazione; non a caso la motivazione con la quale, nel 2022, è stato assegnato ad Aus Italien il 41° Premio Abbiati fa riferimento alla «singolarità» e al «valore del progetto musicale», oltre che alla «qualità delle riprese della rassegna».
Aus Italien significa «dall’Italia»: e dall’Italia, per la precisione da Bari (dapprima dal Petruzzelli, oggi dall’Auditorium Rota del Conservatorio Piccinni), gli incontri-concerti vanno verso il mondo; però, scorrendo la lista dei nomi coinvolti mi accorgo che all’Italia, a forze creative italiane mi sono sempre rivolto. E anche se guardo all’indietro, al periodo in cui sono stato direttore artistico a Cagliari (1992-2010) o, dopo la nomina a sovrintendente del Petruzzelli, alle opere liriche per ragazzi commissionate appositamente per Bari a partire dal 2014 o ai pezzi di autori viventi inseriti nelle stagioni concertistiche, incontro sempre nomi di compositrici e compositori italiani.
Non credo che ciò dipenda da una qualche forma di protezionismo nazionalistico, quantomeno io non mi riconosco in questa immagine. Nel decidere sia i programmi di Aus Italien sia assetto e temi delle opere per le scuole la mia ambizione è infatti quella di stabilire con gli autori coinvolti un dialogo serrato e proficuo che investa al tempo stesso questioni estetiche e produttive. Cosa infinitamente più facile con persone che parlano la stessa lingua, che condividono percorsi culturali e formativi simili. Il che non esclude che in futuro non vengano coinvolti compositori stranieri.
Qualche riga sopra ho parlato di creatività musicale. Com’è ovvio, non ho alcuna pretesa di suscitare, scoprire, assicurare alla posterità capolavori immortali. Speranza sì, pretesa no. Anche per questo Aus Italien vede aumentare di anno in anno il numero delle prime esecuzioni, assolute e italiane: da tre più una nel 2021 a cinque più una nel 2022-23. Giacché solo garantendo spazio al «nuovo» ci si può augurare di far scaturire il «bello».