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Il «Premio Maurogiovanni» sulle tradizioni popolari pugliesi

 
Valentina Nuzzaci

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Valentina Nuzzaci

Il «Premio Maurogiovanni» sulle tradizioni popolari pugliesi

Il concorso per le scuole è un omaggio all’intellettuale barese

Venerdì 17 Marzo 2023, 13:32

La cultura popolare è vita. Da questo fondamentale assioma parte la sesta edizione del prestigioso «Premio Maurogiovanni», il concorso intitolato alla figura dell’indimenticato poeta, intellettuale, scrittore e giornalista barese. Vito Maurogiovanni ha gettato le basi della nostra cultura locale, legando indissolubilmente anche la scuola e le nuove generazioni alla riscoperta delle nostre origini con l’obiettivo di valorizzare l’identità culturale, la memoria e le testimonianze civili del territorio.

Promosso dal Circolo delle Comunicazioni Sociali «Vito Maurogiovanni» e dal Consiglio Regionale della Puglia, dal Comune di Bari e dall’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, il concorso è aperto alla partecipazione delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, statali e paritarie, della Regione Puglia, che potranno elaborare opere originali, soprattutto teatrali, tratte e/o ispirate liberamente al lavoro del noto drammaturgo, ma anche alle tradizioni culturali popolari pugliesi, redatte in forma dialettale o in lingua italiana.

Obiettivo del Premio, infatti, è proprio quello di trasmettere agli studenti un senso di profondo rispetto della memoria collettiva.

Le scuole possono aderire al concorso entro il 30 marzo 2023 attraverso la scheda allegata al bando pubblicato anche sul portale del Consiglio e dell’Ufficio Scolastico Regionale. Saranno premiate, per ciascun ordine di scuola e quindi per ciascuna sezione, le tre migliori produzioni (testo teatrale, saggio, video, creazione artistico-musicale o altro, anche in formato multimediale), relative alle tradizioni storiche pugliesi. Gli istituti scolastici interessati possono effettuare l’iscrizione al concorso facendo pervenire la scheda di adesione, debitamente compilata, all’indirizzo di posta elettronica premiovitomaurogiovanni@gmail.com.

Celeste Maurogiovanni, lei è una delle figlie del noto intellettuale barese. Perché oggi, in un mondo profondamente globalizzato, è ancora importante parlare di appartenenza culturale, la stessa che auspicava suo padre?

«Proprio perché i giovani di oggi hanno un disperato bisogno di portare nel mondo una parte della loro storia personale, altrimenti verrebbero fagocitati da questa società plurale e complessa. Hanno bisogno di riconoscersi in mezzo agli altri, di non sentirsi soli grazie al racconto di loro stessi».

A parte l’amore per la cultura territoriale, suo padre che cosa le ha insegnato?

«A me e alle mie due sorelle mio padre ha insegnato la semplicità e l’umiltà. E poi il saper sorridere sempre, il saper lavorare sorridendo, l’aprirci agli altri, il saper ascoltare. L’ascolto era una sua preziosa qualità. A proposito di sorrisi: questa sesta edizione del premio terminerà però a marzo 2024, un anno per noi particolarmente significativo perché coincide con il centenario della nascita di nostro padre. Saremmo davvero tutti molto felici nel constatare, anche questa volta, l’usuale preziosa attenzione delle istituzioni locali nell’omaggiare la sua memoria».

Giovani e cultura. C’è ancora speranza?

«Assolutamente sì. I nostri ragazzi hanno vissuto un periodo durissimo a causa del Covid, sia a livello personale sia a livello scolastico. I giovani di oggi hanno bisogno di buoni maestri, non soltanto di buoni professori, ma di buoni adulti, che siano per loro una guida, un esempio. Hanno bisogno di un riferimento che trasmetta loro la passione, la gioia di vivere, studiare e lavorare. Ma per far amare una materia o una professione, l’educatore deve esserne innamorato a sua volta, altrimenti non funziona».

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