La prossima primavera saranno Topolino e Pippo - già avvezzi da tempo a bazzicare il mondo classico nelle storie a fumetti - ad accompagnarci sul percorso della Via Appia, l’antica via romana che collegava la Città Eterna al Mezzogiorno, in particolare alla Campania e alla Puglia. Sarà appunto il popolare giornalino dedicato agli eroi Disney a raccontare uno dei patrimoni archeologici più importanti d’Italia che si candida a diventare patrimonio dell’Unesco.
La Puglia c’è, con i suoi percorsi, quello classico e quello della «variante», la Via Appia-traianea che, spiega Laura Acampora, funzionario archeologo dell’ufficio Unesco e componente del segretariato generale del Ministero della Cultura, «puntiamo a riqualificare e valorizzare perché la Via Appia ha un valore universale e questo è un punto di forza della candidatura Unesco». Una candidatura presentata nel nome della sostenibilità anche dal punto di vista climatico (e l’Unesco è attentissima a questi criteri). Se n’è parlato ieri alla Borsa archeologica del Mediterraneo di Paestum e la Puglia, in particolare Taranto - ma ci sono incontri anche per le altre province coinvolte, rappresentata da alcuni funzionari archeologi - ha illustrato i lavori di scavo correlati al patrimonio culturale subacqueo. Al di là dell’argomento specifico, i 28 milioni di euro stanziati grazie al Pnrr, attraverso un piano specifico, permetteranno, anche per la parte pugliese della Via Appia di schedare gli insediamenti e riqualificare le evidenze: dalla Daunia a Brindisi, dai tratti di viadotto alle stazioni di posta. L’idea è quella di valorizzare, con uno sforzo unitario senza precedenti che coinvolge ministero e Soprintendenze, forse il più grande Parco archeologico a cielo aperto del Paese.
È un turismo in cammino e la formula piace al direttore del Dipartimento turistico e culturale della Regione Puglia, Aldo Patruno. «Ci siamo messi in cammino, la Puglia si è messa in cammino - dichiara intervenendo a Paestum - e il risultato è positivo: da gennaio a oggi il numero di visitatori che ha puntato sulla nostra terra, privilegiando i beni culturali, è paragonabile ai tempi prepandemici, al 2019. La nostra - spiega Patruno - è una scelta precisa. Siamo arrivati qui a Paestum puntando sull’iniziativa e offrendo un ampio ventaglio di proposte: dai cammini al turismo subacqueo. L’idea è quella di rafforzare questo sistema che abbiamo già consolidato. Il segno è l’archeologia accessibile perché, ispirati da quanto ha dichiarato Carlo Petrini (lo scrittore, sociologo, fondatore di Slow Food, ndr) dobbiamo passare dal modello antropologico del visitatore mordi e fuggi al turista che acquisisce una cittadinanza nei luoghi in cui viaggia e in Puglia in particolare. A noi tocca offrire un welfare del turismo sostenibile a questi nostri cittadini temporanei. La Puglia è pronta e sta anzi accrescendo le proprie peculiarità».
Patruno passa in rassegna percorsi, monumenti - dalla via Francigena a Monte Sant’Angelo - per calare infine l’asso dei percorsi della Puglia sotterranea: «Stiamo lavorando - spiega il direttore regionale - perché gravine, grotte, luoghi come Porto Badisco, la Cappella Sistina della Preistoria, entrino a pieno titolo nella rete dell’offerta. Senza dimenticare i Borghi per i quali ci sono ampie risorse (56 milioni di euro)». Per il prossimo biennio 2023-2024 questa nuova progressione dell’offerta culturale sarà ben tangibile. Nel segno, lo dicevamo, di un turismo culturale sostenibile di cui la Puglia vuol diventare l’emblema.
Dopo il Parco archeologico di Siponto, ieri è toccato alla brindisina Egnazia, tra Parco e museo, mostrare alla Borsa di Paestum gli ultimi progressi. Il direttore del museo e del parco, Fabio Galeandro, ricorda la candidatura per il progetto Via Appia-Unesco, di cui il sito fa parte e che coinvolge tutto il sistema: «dagli edifici pubblici e privati, alle terme, alla basilica civile. A questo si aggiungono i sistemi connessi: l’acropoli e il porto romano. C’è un Pon di 5 milioni di euro che sarà utilizzato per la riconfigurazione degli spazi del museo all’esterno e all’interno. Ed è stata creata ex novo una sezione dedicata al mare. Noi puntiamo fortemente sulla conservazione dei beni - aggiunge Galeandro - e non a caso il tratto meglio custodito della Via Appia è proprio quello che interessa Egnazia ed è pienamente accessibile: dalle 8 alle 20».
Il bilancio della Puglia alla Borsa archeologica di Paestum è lusinghiero. Il cammino, a proposito, sembra tracciato in maniera significativa. In fondo c’è la nuova frontiera del turismo culturale che tiene insieme anche lo studio, l’approfondimento. Nel segno di una cittadinanza nuova, il nuovo turismo del welfare, che costruisce un diverso senso dell’appartenenza. Che fa e ancor più farà dei pugliesi - e di chi giunge in Puglia per conoscere e amare questa terra lunga - dei cittadini del mondo. A pieno titolo cittadini di una civiltà nuova e universale.